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Nella tana dei lupi

Regia di Christian Gudegast vedi scheda film

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La recensione su Nella tana dei lupi

di alan smithee
4 stelle

Lavorare in banca a Los Angeles rappresenta un rischio davvero elevato, e la regia ci informa che statisticamente quel grande agglomerato urbano è la zona più soggetta a rapine al mondo. Ne seguiamo una, organizzata con gran destrezza da parte di un gruppo assai abile di malviventi che, prese in ostaggio tutte le persone presenti nell’istituto prescelto, organizzano una falsa richiesta di riscatto con elicottero per fuga, dileguandosi poi in altro modo col malloppo da 30 milioni di dollari.

Alle loro calcagna, una super squadra locale che, ostacolata ed invisa alle forze ufficiali dell’FBI, deve fare di tutto per rimanere sulle tracce dei furbissimi rapinatori. Un thriller adrenalinico tutto sparatorie e inseguimenti, con alla testa dei “buoni” un bolso, ma non proprio fiacco Gerard Butler che, con l’occasione, si conferma uno dei peggiori attori in circolazione. Decisamente meglio la prestazione del cattivo numero uno, interpretato dal solido ma pure interessante Pablo Schreiber. Li attorniano alcuni brutti ceffi già ampiamente sperimentati, come il rapper 50 Cent e O’Shea Jackson Jr., ed altri ancora per un action in cui il già visto supera di gran lunga le poche novità all’interno di una storia che si ripete da quando il cinema era agli albori.

E se da una parte, dopo l’insuperabile Rapina a mano armata di Kubrick di oltre un sessantennio orsono, ogni riproposizione anche ardita di un ingegnoso colpo grosso alla “fortezza”, appare inesorabilmente una inutile e qualitativamente pallida imitazione di un originale irraggiungibile, dall’altra alcuni altri prodotti di pura evasione dello stesso calibro di questo ultimo, e mi viene in mente a questo proposito Il Negoziatore con Kevin Spacey e samuel L. Jackson, ci sono sembrati a suo tempo ben più interessanti e  dignitosi quanto ad appeal, a capacità di tener desta l’attenzione del pubblico, e alla indubbia presenza attoriale dei due protagonisti appena citati.

Christian Gudegast, al suo esordio in regia, ma anche autore dello script, pare più a suo agio nella direzione che con la penna, e le numerose scene d'azioni appaiono quanto meno efficaci e coerenti con l'atmosfera che si respira lungo tutta la concitata e veloce vicenda.

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