Regia di Christian Gudegast vedi scheda film
È pericolosa Los Angeles, ce lo aveva già detto Michael Mann nel 1995. Di notte ti ammalia con le sue miriadi di luci , di giorno ti ammazza a colpi di pistola se attraversi l'incrocio sbagliato.
In uno di questi si imbatte Big Nick (Gerard Butler pompatissimo più nei modi che nel fisico), capo della " Major Crime", un reparto della polizia di stato che opera al limite della legalità fottendosene di ogni manuale e procedura, una squadra insomma che non definiremmo esattamente "sobria". Chiamato sulla scena di una rapina che lascia sull'asfalto un collega , il "Gangster poliziotto"si arraffa il caso collegandolo ad una serie di altre rapine irrisolte, cominciando ad indagare e mettendo nel mirino Marriman.
Ah già, Merrimen.
Marriman ( Pablo Schreiber, prova più misurata la sua, ugualmente efficace) è il capo dei criminali a cui "Big Nick" da la caccia. Ha adocchiato la Federal National Bank e sta progettando un ultimo clamoroso colpo. Anche lui ha una squadra, di formazione militare, anche lui è deciso ad andare fino in fondo. Gudegast dirige un poliziesco superiore alla media che lavora sugli stereotipi del genere ribaltandoli, confondendo il confine tra buoni e cattivi senza soluzione di continuità. Gli sbirri qui sembrano criminali e viceversa.
Se la sceneggiatura, nonostante qualche bella trovata appare semplicemente normale, la messa in scena trasuda un epica malata (sottolineata da una colonna sonora quasi liturgica), sporcata di machismo, che nasconde le ingenuità di scrittura dei caratteri, e che viene esaltata da un montaggio alternato che da al film un gran ritmo ed un pathos innegabile, merito anche di un comparto tecnico che alza il livello dell'azione: inseguimenti, agguati, in particolare le sparatorie.
In "Den of Thieves" le pallottole fischiano come non si sentiva e vedeva da anni, scendere in strada mette i brividi.
Un po' "Heat - la sfida", un po' "Training Day", resta secondo me uno dei migliori polizieschi degli ultimi anni.
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