Regia di Francesca Archibugi vedi scheda film
Tra commedia e dramma, la storia di una convivenza "forzata". Giorgio e' un giornalista e presentatore televisivo impiegato alla RAI, ben inserito in un contesto sociale medio-borghese e benvoluto da tutti, tranne dalla ex moglie, che non vede da anni, e dal co-protagonista del racconto, il figlio Tito, il quale, essendo in affidamento a lui, ne soffre la presenza oppressiva. Un giorno, Giorgio apprende che il figlio, che fino a quel momento aveva uno stretto rapporto esclusivamente con un gruppo di ragazzi - personaggi all'apparenza superficiali - inizia a fequentare una ragazza, coetanea e figlia di una donna che, approssimativamente all'epoca del concepimento della giovane, era stata la sua amante. Terrorizzato dall'idea che il figlio possa intrecciare una relazione con la sorellastra, questo padre cosi' pressante inizia ad indagare; cio' non giova al rapporto, gia' teso, con il figlio; sara' tranquillizzato a conclusione della storia, nonostante gli venga rivelata una verita' ancor piu' amara. La trama e' assai esile; interesse preminente della regista e' studiare il rapporto tra padre e figlio, in un contesto "asettico". Infatti, i due non hanno alcun problema economico o sociale; hanno buone relazioni con chi li circonda. Evidentemente, pero', incontrano difficolta' reciproche perche' latori di visioni del mondo diverse. Il padre, apprensivo, e' opprimente perche' sente la responsabilita' di crescere da solo il figlio, cercando di preservarlo dai pericoli e condividere con lui qualcosa che ancora lo fa emozionare - quale una semplice passeggiata in montagna o la collaborazione ad una vendemmia, cose alle quali la frenesia della vita odierna ci ha disabituato. Sente pero' il giovane sfuggirgli dalle mani, non riesce a comunicare con lui. Dall'altro lato c'e' il giovane, il quale, forse anche per il trauma della separazione dei genitori, sembra aver innalzato davanti al padre un muro di silenzio, a difesa dalle pressanti attenzioni del genitore, quasi incapace di comprendere sentimento e ragioni alla base di tanta cura. Le vite dei due camminano quasi parallele finche' alcuni eventi li spingono ad un riavvicinamento. Accettabili le recitazioni, Claudio Bisio appare decisamente apprensivo, l'interprete del figlio altrettanto menefreghista, limitato nell'espressivita' e nelle argomentazioni. Un film che descrive la difficolta' del rapporto genitore/figlio, ma sembra non voler offrire soluzioni, forse perche' esse verranno con la crescita e la maturazione di entrambi, o forse perche' non ce ne sono.
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