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Lili Marlene

Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film

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La recensione su Lili Marlene

di alan smithee
8 stelle

L'amore sopra ogni cosa: sopra la guerra, le stragi, l'antisemitismo; sopra un regime che l'ha resa famosa e poi l'ha ridotta all'oblio: Stiamo parlando della cantante immaginaria Willie, il cui motivo Lili Marleen ( o Marlene) diviene il trampolino di lancio che la conduce ad una notorietà senza precedenti, ma che poi, divenendo la canzone di tutti i soldati al fronte, venne rinnegata dal regime nazista, che mise al bando pure la celebre cantante. La cui vita si avviluppa e disgrega come in una matassa senza possibilità di essere sbrogliata in un melodrammone eccessivo e patinatissimo che sotto la direzione di Fassbinder riesce ad avere una sua giustificazione ed un suo fine.

Al centro della vicenda, oltre alla storia della celebre canzone, resa famosa nella realtà da molteplici interpretazioni di grandi cantanti ed attrici (Marlene Dietrich, tedesca ma espatriata in Usa dal 1930 e fiera oppositrice della causa nazista, la nostra Milva, e pure Amanda Lear in una “eretica” ma coinvolgente versione dance), la storia d'amore osteggiata dal corso della storia e degli eventi, tra la cantante ed un celebre direttore d'orchestra di origini ebree, rifugiatosi in zona neutra a Zurigo, ricco di famiglia ma non per questo rinunciatario a cercare di salvare migliaia di ebrei come lui nel tentativo di espatriare dalla Germania alla Svizzera. Poi arrestato, riesce a rientrare in zona neutra grazie al denaro del padre, ricongiungendosi con Willie a guerra ormai finita, e con una moglie al seguito, rendendo dunque impossibile una storia d'amore nata per non essere consumata e vissuta nel suo naturale trasporto.

Colori saturi, scenografie imponenti per una mega-produzione sfavillante, ma anche preziosa in cui l'opulenza quasi smodata dei mezzi non tarpa o compromette una mano registica potente e perfettamente a suo agio nel tratteggiare un altro personaggio femminile malinconico, afflitto da molte sciagure che ne impediscono la piena realizzazione di una felicità solo sfiorata.

Schygulla in lustrini tutta lacrime e sospiri, Giannini da soap di lusso, Mel Ferrer ricco con classe e Udo Kier in uno dei molteplici ruoli lampo che hanno costellato la sua variegata carriera di apparizioni.

 

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