Regia di Mario Camerini vedi scheda film
Ultimi fuochi di commedia fascista, evoluzione dei telefoni bianchi. La guerra è alle porte, l’asse regna. Assia è la madrina dell’alleanza tra il Duce e Fuhrer, Nazzari è all’apice del divismo. Come consuetudine del genere, la storia è ambientata in un paese dell’est (qui è l’Ungheria, mi pare), lontano dall’Italia fascistissima in cui gli italiani eran tutti brava gente, e i protagonisti (che comunque hanno tutti i pregi e tutti i difetti di noi altri) sono inquadrati in ottiche semplicistiche, hanno uno scavo psicologico minimo e vivono mondi assolutamente senza alcun rapporto con la realtà (un albergo di lussi con telefoniste fesse, un aviatore americano).
Poco male, comunque, per un film di pura evasione (che comunque troppo abbandonava nel cinemino italiano dell’epoca), senza pretese che non fossero la distrazione e il divertimento di un popolo che si stava inconsapevolmente accorgendo della tragedia imminente. Camerini, gran professionista della commedia, tiene bene il ritmo della storiella e dirige con competenza la moglie Assia Noris e Amedeo Nazzari, divi di un cast che annovera anche le buone prove di Lauro Gazzolo ed Ernesto Almirante.
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