Regia di Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi vedi scheda film
Politica, economia, antropologia, sociologia: nel filone dei mondo movie c'è tutto questo e anche di più. E Africa addio è il quarto della serie, dopo Mondo cane 1 e 2 e La donna nel mondo, dedicato - come facilmente si intuisce dal titolo - a misfatti e bizzarrie del continente nero. Purtroppo però da Mondo cane in avanti il filone ha visto costantemente venir meno la serietà di fondo, lo spirito giornalistico curioso e imparziale con cui il primo capitolo della serie veniva pensato; ogni pretesa scientifica sfuma così anche in questo Africa addio a causa di evidenti limiti: spettacolarizzazione, sensazionalismo, retorica destroide/razzista e via dicendo, le solite accuse rivolte insomma ai mondo movie. Forse Africa addio è meno razzista di quanto si potrebbe pensare (si veda il successivo Addio zio Tom, dei due stessi autori, per capire cosa si intende), ma sicuramente lo spirito critico da cui si muove non riesce a convincere, pur proponendosi sulla carta - fin dalla didascalia iniziale - di offrire un ritratto dell'Africa ormai scomparsa per fare spazio a una terra colonizzata, brutalizzata, sfruttata a oltranza dagli europei. Non convince perchè l'ideologia di fondo traspare nel commento (letto dalla voce di Sergio Rossi, doppiatore piuttosto celebre) che denuncia i crimini bianchi, ma spesso concede a essi l'attenuante della scarsa resistenza nera; non convince perchè le scene di massacri, di bracconaggio all'impazzata e di ogni tipo di violenza sono sembrate fin da principio talmente fasulle da costringere Jacopetti e Prosperi (anche sceneggiatori) a dichiararne apertamente la messa in scena. Le musiche di Riz Ortolani sono meno ispirate di quanto fossero in Mondo cane, ma un David arriverà comunque: sarà per la produzione. Effettivamente quasi due ore e mezza di documentario (diretto con occhio invidiabile, perchè Jacopetti non era certo uno sprovveduto) ambientato nel cuore dell'Africa non sono in ogni caso impresa da poco. 2/10.
La decolonializzazione in Africa: come, negli anni Sessanta, i Paesi del continente nero fossero fortemente sottosviluppati e duramente provati dai regimi dittatoriali imposti dagli europei, ancora presenti sul territorio, ma solo per affari.
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