Bob, tossicodipendente, con la moglie Dianne e gli amici Rick e Nadine ruba la droga a farmacie e ospedali. Il tenente Gentry tenta invano di incastrarlo. I quattro cambiano aria, poi Nadine muore per overdose e gli altri ne seppelliscono il corpo in un bosco. Bob ce la fa a uscire dalla droga, ma il passato è in agguato. Ferito gravemente per una vendetta, rifiuta però di far nomi alla polizia. Un bel film di Gus Van Sant in cui Matt Dillon fa dimenticare i tanti "infortuni professionali" della sua carriera. Qui non si punta a gratificare nessuno: teso e ambiguo quanto occorre. Il Grande Vecchio William Burroughs è impagabile nella parte dell'anziano prete.
Scevro da qualsiasi facile moralismo, il film è sia un lucido e dolente ritratto di una generazione di giovani che tenta di colmare il proprio vuoto esistenziale tramite l'assunzione di una sostanza sintetica che gli provoca sensazioni vuote ed effimere, sia un'opera testimone del suo tempo, i frenetici e consumistici anni '80. Voto 8
Van Sant resta molto documentarista. Interpreta bene il modo di pensare della tossicodipendenza. Io lo confronto con "Requiem for a Dream" dove la dignità umana viene declassata. Qui il tossicodipendente ha una sua filosofia che regge.
Un capolavoro. Dillon da oscar. Dipinge un' epoca drogata (l'altra faccia degli anni 80 del buco) con precisione, stile e realtà…Tra i migliori G.V.SANT
Amarissimo ritratto di un epoca fatta di derelitti e sbandati girata da Van Sant con un taglio duro e con occhio quasi documentaristico. Cast straordinario(Dillon perfetto).
Caso raro di film riuscitissimo sulla tossicodipendenza: secco, diretto e privo di qualsiasi compiacimento autoriale. Uno dei miglior Van Sant di sempre.
Il Gus Van Sant prima maniera rimane, secondo me, un regista interessante, ma ritengo anche che molti dei suoi lavori legati a questa fase della sua carriera non siano così forti da potersi garantire una “vecchiaia” cinematografica di allori sicuri, o almeno non pari all’entusiasmo che suscitarono alla loro uscita (da ragazzino mi sembravano il bengodi).
Ciò non… leggi tutto
VOTO 6/7 PROGRAMMATICO (Tv 20 Ottobre 2010) Film tossico anomalo. Anomalo perchè si discosta dalla solita rappresentazione di storie di drogati, facendo forza sulla presenza di Burroughs per spingersi verso l'opera politica e programmatica. Infatti il gurù americano mascherato dietro ad un cameo (super-simbolico, un'anziano prete tossico!) è la chiave di volta della… leggi tutto
Film sopravvalutato, con Dillon acerbetto ed il resto della ciurma, eccezzion fatta per la Linch, che sembrano simpatiche macchiette. I personaggi sono mono dimensione e questo è un difetto grave per un film che non presenta altro. Verve e pathos latitano. leggi tutto
Drugstore Cowboy è la storia di un gruppo di ragazzi che vive un’esistenza allo sbando basata sull’uso quotidiano di stupefacenti che si procurano svaligiando le farmacie di mezza Portland. Van Sant quindi, dopo Mala Noche, decide di continuare a raccontare le classi più basse, in questo caso i giovani sbandati. La presenza massiccia di stupefacenti nella storia…
Drugstore Cowboy è uno dei migliori film sul tema della dipendenza dalle droghe. Al centro del film, tratto dal romanzo autobiografico di James Fogle e ambientato nei primi anni 70, una banda di quattro drogati di Portland (Oregon), capeggiati dal narratore Bob, dediti ai furti nei drugstore per procurarsi le droghe da consumare. Gli altri componenti della banda sono…
Prima di "Trainspotting" e di "Requiem for a Dream" c'era il film di Gus Van Sant a simboleggiare i giovani disagiati il cui unico scopo era quello di procurarsi qualsivoglia droga; il loro scopo era inebriarsi nei piaceri che solo la dipendenza da queste sostanze sa dare.
Bob è il protagonista di questa storia, ma per quanto possa apparire negativo, Van Sant non lo giudica, rifiutando…
Un tema che mi ha sempre affascinato e incuriosito, un problema sempre più attuale a cui trovare una soluzione sembra impossibile o, per lo meno, improbabile. Sempre più giovani usano e abusano di…
Il Gus Van Sant prima maniera rimane, secondo me, un regista interessante, ma ritengo anche che molti dei suoi lavori legati a questa fase della sua carriera non siano così forti da potersi garantire una “vecchiaia” cinematografica di allori sicuri, o almeno non pari all’entusiasmo che suscitarono alla loro uscita (da ragazzino mi sembravano il bengodi).
Ciò non…
e ancora... - "Il segreto del Buddha nero / Die Rückkehr des schwarzen Buddha" ore 00:30 su Arturo (canale 221 DDT) - "Fireball" ore 03:00 su Arturo (canale 221 DDT)
Film sopravvalutato, con Dillon acerbetto ed il resto della ciurma, eccezzion fatta per la Linch, che sembrano simpatiche macchiette. I personaggi sono mono dimensione e questo è un difetto grave per un film che non presenta altro. Verve e pathos latitano.
VOTO 6/7 PROGRAMMATICO (Tv 20 Ottobre 2010) Film tossico anomalo. Anomalo perchè si discosta dalla solita rappresentazione di storie di drogati, facendo forza sulla presenza di Burroughs per spingersi verso l'opera politica e programmatica. Infatti il gurù americano mascherato dietro ad un cameo (super-simbolico, un'anziano prete tossico!) è la chiave di volta della…
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Commenti (7) vedi tutti
Scevro da qualsiasi facile moralismo, il film è sia un lucido e dolente ritratto di una generazione di giovani che tenta di colmare il proprio vuoto esistenziale tramite l'assunzione di una sostanza sintetica che gli provoca sensazioni vuote ed effimere, sia un'opera testimone del suo tempo, i frenetici e consumistici anni '80. Voto 8
commento di rickdeckardIl problema più grande con la prima fase di Van Sant è stato il suo essere troppo generazionale.
leggi la recensione completa di RobocopXIIIVan Sant resta molto documentarista. Interpreta bene il modo di pensare della tossicodipendenza. Io lo confronto con "Requiem for a Dream" dove la dignità umana viene declassata. Qui il tossicodipendente ha una sua filosofia che regge.
commento di sillabaUn capolavoro. Dillon da oscar. Dipinge un' epoca drogata (l'altra faccia degli anni 80 del buco) con precisione, stile e realtà…Tra i migliori G.V.SANT
commento di GoonieAleAmarissimo ritratto di un epoca fatta di derelitti e sbandati girata da Van Sant con un taglio duro e con occhio quasi documentaristico. Cast straordinario(Dillon perfetto).
commento di sbrilloFilm vero come pochi se ne sono visti.
commento di toni70Caso raro di film riuscitissimo sulla tossicodipendenza: secco, diretto e privo di qualsiasi compiacimento autoriale. Uno dei miglior Van Sant di sempre.
commento di Wong