Regia di Alessandro D'Alatri vedi scheda film
Una bambina vuole più di ogni cosa imparare a danzare; il padre si oppone al suo sogno perché, essendo lui un boss della camorra, qualsiasi esposizione in pubblico da parte dei suoi famigliari può diventare pericolosa. Ma la madre non ci sta.
L’emancipazione dei figli dal destino imposto loro dai genitori è il tema centrale di questo lavoro: un tema ostico, specie considerando che si parla qui di malavita e di degrado sociale, per un punto di vista piuttosto originale del fenomeno della criminalità organizzata, che pure è già stato trattato in innumerevoli film sul grande e sul piccolo schermo. Questa produzione Rai rispecchia fedelmente i canoni del prodotto televisivo medio: fattura esteticamente modesta, cento minuti di durata tondi e qualche volto noto al pubblico domestico, con una trama sufficientemente lineare e dialoghi adeguati. In scena compaiono, fra gli altri, Bianca Guaccero, Cristiana Dell’Anna, Marco Palvetti e Raffaele Vassallo, oltre alla piccola Giorgia Agata già vista in Troppo napoletano, diretto nel 2016 da Gianluca Ansanelli. Sull’intento di racconto ‘civile’ alla base dell’opera non c’è alcun dubbio; sulla riuscita del lavoro sul piano artistico magari qualcosa si può invece obiettare. In ogni caso i danni sono limitati dalla mano esperta di Alessandro D’Alatri dietro la macchina da presa; di Maura Nuccetelli, Pier Francesco Corona e Raffaele Verzillo la sceneggiatura. 4/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta