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Tremors

Regia di Jayro Bustamante vedi scheda film

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La recensione su Tremors

di alan smithee
7 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

Nell'ambito del ferreo codice civico e comportamentale che regola la gestione della vita sociale di società radicalmente fondate sui preconcetti religiosi intransigenti ed inequivocabili di origine cattolica, come succede ancor oggi in buona parte delle società dell'America neolatina, e qui in particolare della società alto borghese guatemalteca, la decisione coraggiosa ma soprattutto autolesionista di un facoltoso 40enne di ottima presenza, imprenditore sposato con una peri grado bella e benestante, e con a carico due figli bambini belli ed amorevoli, precipita quando egli trova il coraggio di cedere onestamente alle tentazioni che la sua indole di essere umano da tempo gli suggerisce in modo sempre più pressante ed inequivocabile.

L'uomo è da tempo innamorato di Francisco, un proletario con cui egli intende andare a vivere in una nuova casa, senza per questo perdere di vista la sua amata prole.

Ma a fronteggiare la spregiudicatezza iconoclasta e sacrilega, pur se eroica qualora vista da un punto diametralmente opposto a quello della sua stirpe, da parte del protagonista, interviene - con un vigore dalla risolutezza impreventivabile - la tenace numerosa famiglia dell'uomo che, con la forza e l'accanimento compatibili con un fervore che va oltre ogni dissennata idolatria, convince l'uomo a sottoporsi ad una tenace "cura disintossicante".

Perché la deviazione sessuale dell'uomo, non è altro che un peccato, che, come tale, può essere ravveduto e soffocato con il pentimento e la consapevolezza di un pentimento che porti il peccatore ad espiare le proprie responsabilità messe a disposizione delle forze del male.

Il cinema dell'ottimo regista guatemalteco Jayro Bustamante è sempre incentrato e concentrato sulla famiglia, elemento vitale, originario ed accentratore, ma anche origine di tutte le problematiche e frustrazioni che affliggono i protagonisti delle opere del regista, soprattutto ogni volta che costoro decidono di imboccare l'impervio sentiero alternativo suggerito sempre più inequivocabilmente dai propri tormentati sentimenti o dai suggerimenti ineludibili che le irrinunciabili e insopprimibili esigenze ed attitudini personali finiscono per suggerire, esponendo l'individuo a scontrarsi con le ferree inequivocabili leggi che non ammettono scorciatoie o percorsi alternativi.

Dopo il folgorante esordio "etnico" di Ixcanul (Vulcano), e appena prima dell'affascinante horror a sfondo storico-rivoluzionario visto al festival di Venezia 2019, La Llorona, con Temblores, Bustamante percorre tenacemente il sentiero intimo, tutto scossoni, prima di tutto morali certo, ma anche fisico materiali propri di movimenti tellurici che intervengono improvvisi a scuotere corpi almeno quanto come le menti dei primi appena menzionati, che questa volta si concentra su un desiderio sessuale che non accetta più di essere una pura deviazione nascosta, ma che ambisce con orgoglio alla ufficialità di un sentimento nobile, naturale, così superiore da meritarsi, per essere fatto valere, un percorso espiativo simile ad una vera e propria passione cristiana; un calvario che capovolge il senso del giusto e il confine illusorio tra bene e male stabiliti prepotentemente da retoriche, precostituite e sterili convenzioni social-religiose.   

 

 

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