Regia di Francesco Ebbasta vedi scheda film
Un grafico sottoccupato un giorno fra le proposte di lavoro trova quella di una ditta aliena. Ha mandato curriculum dappertutto, perché non mandarlo anche a loro? Non si tratta di uno scherzo: il ragazzo viene prelevato dagli extraterrestri e va a lavorare da loro, trovandosi peraltro molto bene. Ma, come nelle migliori tradizioni della fantascienza, la Terra è in pericolo.
The Jackal: dal web alla sala cinematografica. Un salto di quantità non da poco, quello che va dalle giovani generazioni, pubblico medio di Youtube su cui i The Jackal spopolano, alle famiglie e alle fasce di età più alte che frequentano il cinema; purtroppo a tale salto in AFMV – Addio Fottuti Musi Verdi non ne corrisponde uno altrettanto evidente in termini di qualità. E ciò, si badi bene, senza nulla togliere alle ottime capacità visive di Francesco Capaldo (il Francesco Ebbasta accreditato come regista) e al modesto, ma non insignificante budget del lavoro: semplicemente in AFMV si notano oltremodo ingranditi i difetti di quanto finora fatto – e fatto bene, vale la pena sottolinearlo – su internet. E cioè, tanto per cominciare, la dispersività di una trama spalmata su cento minuti circa, figlia di una sceneggiatura di un gruppo di lavoro (Capaldo, Alfredo Felco, Simone Russo e Valerio Cilio) abituato ai rapidi ritmi e alle brevi durate dei clip su Youtube, un gruppo che può permettersi di impostare su una gag ridanciana un paio di minuti di video, ma non un’intera sequenza di film. In secondo luogo sono proprio le battute a scarseggiare qui, a ridimensionare l’impatto comico dei The Jackal, presumibilmente scottati dall’esordio in un territorio del tutto nuovo per loro; certi occhiolini strizzati al proprio pubblico non disturbano la visione a chi non conoscesse i precedenti del gruppo. Trucchi ed effetti speciali sono dosati con molta, molta parsimonia ed entro i loro evidenti limiti funzionano; poche le guest stars degne di nota: due interpreti della serie Gomorra (Salvatore Esposito e Fortunato Cerlino), la comica televisiva Rosalia Porcaro, Roberto Zibetti e, nel finale, c’è perfino un cameo del sommo poeta del trash Gigi D’Alessio. A conti fatti, AFMV delude meno di quanto lasci ben sperare per un’opera seconda dei The Jackal. 3,5/10.
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