Regia di Francesco Ebbasta vedi scheda film
Dura la vita dei trentenni plurilaureati che trascorrono le giornate a mandare curricula, ricevendo per lo più dinieghi, spesso neppure cortesi, o ancora peggio, indifferenza come fossero invisibili, superflui, per nulla indispensabili ad una società che, ammettiamolo, non ha più davvero bisogno di manodopera né occupazione.
Per sdrammatizzarci sopra gli spiritosi bloggers di The Jackal ci costruiscono la base di partenza della loro storiella che, con un ardito doppio salto mortale, li catapulta pericolosamente da Youtube al cinema, senza nemmeno passare dal piccolo schermo.
E se le vicissitudini del nostro povero "vecchio nerd", accompagnato dal suo amico sfigato Fabio, fotografo dei matrimoni più tremendamente kitch dopo Las Vegas, e che viene assunto dagli alieni, scoprendo poi le vere mire di costoro, ed imparando ad eliminarli copiando spudoratamente la soluzione di Tim Burton di oltre vent'anni orsono nello splendido (quello si, ahimè) Mars Attaks, è realmente risibile, impossibile a reggere oltre il quarto d'ora.
Nemmeno l'impronta cinefila di carattere, sin audace, che indubbiamente assiste il film, sia a livello di scenografie, che di fotografia - frutto di tecniche povere ma di un certo pathos, ci fa scordare la pocaggine di quello che si sta raccontando, di una storia dai tempi e dalla inconsistenza di una barzelletta od uno schetch che può anche far sorridere in tv.
Spiace parlare male di un piccolo film in cui l'orgoglio e la passione, oltre che la dedizione e l'impegno, certo si intravedono: ma questo filone di cinema "regionale", tipo il ligure "Capitan Basilico" (ma succede anche con gli horror, spesso davvero inaffrontabili), lodevole nelle intenzioni, ha davvero, in molte, troppe occasioni, il fiato davvero troppo corto.
Anche la trovata di chiamare in causa il più noto (e kitch) cantante partenopeo esistente, che generosamente accetta di auto-distruggersi - provocando quasi un senso di tenerezza misto a pietà - anzi di massacrarsi con le sue mani, non riesce per nulla a far bene ad una vicenda che sopravvive di ironia facile e un po' trita.
E dunque, a parte pochissimi particolari, come la mamma dirimpettaia che sforna pranzi e cene per tutti ed una linea Wi-Fi che collega due palazzi da finestra a finestra (oggi i nostri giovani manco internet riescono più a pagarsi di tasca propria e costringono i genitori a farsela loro pur spesso nemmeno sapendo usare il pc), resta davvero poco altro. Ed una sola, unica, lapidaria verità: la pizza esotica, quella con sopra l'ananas, fa veramente schifo!!!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta