Regia di Pascal Laugier vedi scheda film
Riuscito horror dal maestro Pascal Lauger che riesce a divincolarsi dalle matasse tese dai produttori americani riuscendo a costruire un prodotto che inquieta.
Dove iniziava 'Martyrs'finisce 'Ghostland' (!) verrebbe da dire semplicisticamente.
La forma però è decisamente diversa, quest'ultima produzione americana non può che essere edulcorata rispetto al maestoso capolavoro disturbante che nel 2008 si 'palesava adulto' dietro ai pretestuosi intenti filosofici profondi, mostrando una violenza visiva difficilmente sostenibile ai più.
Come succede in questi casi il talento di Pascal Lauger non poteva che cadere nella spirale 'derivativa' delle sirene del Cinema mainstream statunitense quando da tale connubio prese forma nel 2012 'I bambini di Cold Rock', che può essere definito un esercizio di stile minimale ovvero la prova generale per quest'ultimo ‘Ghostland’.
Nella 'Casa delle bambole - Ghostland', il regista raggiunge l'apice di quel livello di graphic violence e pathos dove può ragionevolmente spingersi un autore del genere horror che vuole aspirare ad essere proposto nelle sale (ricordo che il film è vietato ai minori di 14 anni) limitando le scene splatter ma tenendo ben alta la tensione con un soggetto ispirato alla violenza dei sequestratori contro le giovani vittime segregate in casa e succubi di due laidi individui che più caricaturali di così non potevano essere concepiti.
Immersi in un contesto rurale, distante dallo stile ‘lurido’ di ‘Non aprite quella porta’ e reso favolistico con la furbesca introduzione del tema delle dolls.
Intriso di continui flashbacks, forwards e sideways (per questo mi ha ricordato la struttura della fortunatissima serie ‘Lost’) cerca, riuscendoci, di spaesare continuamente lo spettatore.
Tutto per allontanarsi da una verosimiglianza che ha lo scopo di 'depotenziarne’ l’effetto horror per renderlo un prodotto più consono alla fruizione nelle sale internazionali, pensate che in Italia è uscito nel periodo natalizio!
Comunque un buon prodotto, a giudicare anche dall’effetto che ha suscitato all’uscita sui giovani spettatori con cui ho potuto scambiare qualche impressione.
Essendo prevenuto sul risultato di questa operazione commerciale devo dire di essere piacevolmente soddisfatto del risultato: inquieta, colpisce nel sodo, ti lascia qualcosa anche dopo l’uscita dalla sala:
ben oltre la media delle decine di pessimi horror provenienti dagli States
Bentornato Pascal!
P.S da notare l’incredibile somiglianza dell’attrice principale (nel ruolo dell’adulta Beth Keller) con la pornstar russa Arwen Gold (foto sotto)!
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