Regia di Pascal Laugier vedi scheda film
Una casa buia e kitsch ospita la usuale violenza sadica del regista che qui diviene elemento necessario alla trama inquieta e psicologica come l'ossigeno è necessario al respiro.
Attendevamo con trepidazione il ritorno alla regia di Pascal Laugier ("Martyrs") genio registico e purtroppo parco nelle sue produzioni. Mai attesa fu cosi lautamente ricompensata.
Se "Martyrs" si poneva alti interrogativi esistenziali tipo chi siamo, dove andiamo, cosa c'è dopo la morte, ora invece le domande sono introspettive, intime, indagano la mente delle due ragazze protagoniste. La violenza, nello stile di Laugier c'è sempre, la tortura è ormai nel sangue del regista... e dei protagonisti delle sue pellicole. Disturbante quanto basta "Ghostland" offre una bella fotografia di questa casa kitch e che ricorda per contenuti e oscurità Annabelle ed il suo mondo di bambole. La regia è brava a creare una storia che si avvita piano piano tra le spire del tempo e dove la realtà non è mai quella che sembra. Sofferta e grave la prova attoriale delle due ragazze che bene rendono in scena la loro discesa agli inferi. Plauso a Laugier che non delude e che offre su un piatto d'argento quello che, nell'intimo, il suo pubblico gli chiede... una violenza sanguigna ma mai gratuita e che si fonde con il mistero della trama rendendo impossibile l'esistenza di una senza l'altra.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta