Regia di Pierluigi Ciriaci vedi scheda film
Un soldato mercenario americano si paracaduta in terra afgana, dove imperversa un terribile conflitto per il controllo del territorio, alla ricerca di un vecchio bus dell'esercito statunitense, che custodisce un importante bottino.
In sé, il film non costituisce granchè di interessante: trattasi infatti di uno fra i tanti lavorucci a budget mediobasso che il cosiddetto cinema di genere italiano (in profonda crisi, ma coraggiosamente, stoicamente ancora desideroso di stupire ed emozionare) sfornava a ruota libera in quegli anni; se dall’America arrivavano i successi di Rambo, Platoon e Apocalypse now, ecco che i mestieranti della serie B della settima arte nostrana improvvisavano pellicole a essi largamente ispirate, a base di trame pretestuose e azione, azione, azione. Sparatorie, fughe, scontri letali con nemici assetati di sangue: questi sono i piatti in tavola e Pierluigi Ciriaci – alias Frank Valenti – li presenta con sufficiente cura e con quelle poche spezie di cui dispone (diciamo che gli effetti speciali non sono il punto forte del lavoro, ecco); non sorprende l’ambientazione di quest’opera, che esce in un momento storico (1989) nel quale il conflitto afgano stava vivendo una svolta anche grazie al crollo del comunismo russo, ma soprattutto che esce subito dopo Rambo III (1988), che si svolgeva nel medesimo scenario. Sceneggiatura di David Parker Jr., ossia Dardano Sacchetti; fra gli attori si segnalano Mark Gregory, cioè Marco Di Gregorio, John Vernon, Mario Novelli, Savina Gersak e Branko Djuric. All’interno del filone, un prodotto senza infamia e senza lode. 2,5/10.
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