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L'angoscia

Regia di Bigas Luna vedi scheda film

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DeathCross

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'angoscia

di DeathCross
8 stelle

Ad un certo punto, nella parte diciamo "prologo", stavo iniziando a pensare di trovarmi di fronte ad un filmetto un po' sconclusionato, e mi chiedevo cosa c'entrasse il cinema (luogo che sapevo essere fondamentale nel film). Poi, però, con l'omicidio della "cliente" rompiballe del mezzo oculista mezzo pazzo avviene la Svolta: non tanto l'omicidio in sé, che non è eccessivamente brillante, ma per la rivelazione della natura filmica della vicenda del killer e di sua madre. La sala cinematografica in cui si trovano le protagoniste della vicenda "di cornice" (prendendo la storia del pazzo come la vicenda "incorniciata") ci viene svelata con una gradualità oserei dire magistrale: nella comunicazione a distanza tra John (il pazzo) e la madre manipolatrice (Rubinstein, sempre straordinariamente estraniante), ad un certo punto si nota un cambiamento nella resa dell'immagine, che diventa più sgranata, finché un movimento di macchina ci rivela come l'inquadratura dell'uomo con le mani immerse nel sangue sia in realtà proiettata su uno schermo cinematografico; la mdp continua ad allargare il suo sguardo, mostrandoci il pubblico in sala, per fermarsi poi alle spalle delle due ragazze, Linda e Patty, le quali si scambiano un paio di opinioni sul film (la seconda ne è visibilmente turbata e schifata), fino ad arrivare poi al controcampo. Per oggi mi fermerei a questa osservazione stilistica, che per certi versi sintetizza lo Spirito del Film, dove il MetaCinema raggiunge dei livelli strabilianti. Il Film nel Film, intitolato "The Mommy" e diretto da un certo Anul Sagib (auto-citazione divertentissima), si mescola con la vicenda delle protagoniste, soprattutto quando poi John entra egli stesso in sala per vedere "The Lost World": da qui in poi si passa da "The Mommy a, diciamo, "Anguish - Angustia" con un ritmo serratissimo, tanto da confondere la "sala nella sala" con la "sala". Vittima di questa confusione è il killer-spettatore, fissato col film di Sagib, che decide di replicare a modo suo le gesta omicida di John, con tanto di chiusura della sala. Il Finale vede in campo "The Mommy" proiettato su schermo e il killer con ostaggio Patty (probabilmente Craven ha visto il Film quando ha pensato all'inizio di "Scream 2"), e l'audio tolto dal film nel Film è riproposto dai discorsi dell'omicida, dalle urla della folla e dall'intervento della polizia. L'epilogo è un po' telefonato, ma personalmente l'ho trovato divertente e inevitabile per conservare la coerenza dell'Opera, così come i Titoli di coda proiettati interamente all'interno di un altro schermo in un'altra sala, mentre un altro pubblico esce man mano, fatta eccezione per un uomo che resta seduto fino alla fine della proiezione.
Un Filmone straordinario e magnifico, che magari non farà tanta paura (sicuramente non si teme l'arrivo a tradimento di qualche jump scares) ma che crea una Tensione palpabile, un'Atmosfera intrigante e a tratti anche onirica (le sedute di ipnosi che la madre impone al figlio sono di notevole impatto) e propone diversi spunti di riflessione sul Cinema, il suo rapporto con la Società, il Tema dello Sguardo (con un insistito soffermarsi sugli Occhi) e che vanta ottimi effetti, un cast in parte, delle musiche coinvolgenti, una fotografia bellissima e soprattutto un Montaggio da studiare approfonditamente.
Forse non un Capolavoro, ma un'Opera d'Arte cinematografica che diventa sempre più bella quanto più ci si ritorna, anche solo col pensiero.

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