Regia di Douglas Sirk vedi scheda film
L'ossessione di dedicarsi agli altri,di consacrare la propria vita a quella degli altri,sarà magnifica,una magnifica ossessione...Boh,sarà....A parte questo personalissimo dubbio questo film rappresenta come meglio non si potrebbe la ricetta di Sirk per il melodramma popolare.Storie al limite dell'incredibile(ma in confronto a quello che si sente nelle soap di oggi fanno quasi pensare al neorealismo),un uso della tavolozza cromatica che privilegia i toni caldi e pastosi pur alternandoli ai toni freddi(all'interno dell'ospedale per esempio),donando luce insolita e colori che quasi non hanno nulla di naturale per quanto sono eccessivamente carichi,un quasi indulgere alla predisposizione dello spettatore ad immedesimarsi nei personaggi che transitano sullo schermo e che si appassiona a una storia d'amore impossibile in cui un miliardario scansafatiche e ubriacone capace di rovinare più volte la vita alla vedova del medico del paese(provocando indirettamente la morte del marito e direttamente la perdita della vista di lei per incidente) e di essere folgorato sulla via di Damasco da un discorsetto filosofeggiante riguardo il rapporto con gli altri fattole da uno scultore/pittore amico di lei.Di lì prende la laurea in medicina(!) e opera la sua amata facendole riacquistare la vista.Delirio puro....ma sinceramente poco importa...è un film con marcata impronta stilistica,due protagonisti a mio parere male assortiti(lei è più vecchia e mooolto meno avvenente di lui)ma che funzionano nel contesto da soap proprio perchè estremamente diversi e un finale strappalacrime e cuore alla Matarazzo anche se qui il personaggio attorno al quale gravita tutto,a differenza del regista italiano,è quello maschile.....
non male
ok
anche lei funziona
parte da macho,anche se non lo è...ma regge bene il ruolo
non avvenente ma cerca di essere credibile...
conia il suo marchio di fabbrica per i melodrammi
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