Regia di Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi vedi scheda film
Meglio (meno peggio) di quanto si possa pensare. Il Candido di Voltaire - uno dei cinque testi fondamentali dell'intera storia della cultura umana - viene rielaborato senza strafare da Jacopetti e Prosperi, i due registi (assieme a Paolo Cavara) cui si deve l'invezione, nei primi '60, del genere 'mondo', cioè sostanzialmente dei documentari scandalistici realizzati in giro per il pianeta. E infatti un tocco di sensazionalismo c'è anche in questo Mondo candido, in particolare nell'ultima mezzora, quando l'azione si sposta ai giorni nostri; l'inconfondibile morale razionalista (illuminista) che sta alla base del pensiero di Voltaire viene così applicata a televisione, bombardamenti, movimento hippy e altre derive dell'epoca moderna. Tutto piuttosto didascalico, ma non si può negare l'interessante idea di fondo del film; se non altro Mondo candido ha il buon gusto di non abbandonarsi più di tanto alle influenze 'mondo', rimanendo piuttosto saldo in quanto a trama. Sceneggiatura scritta dai due registi con lo sconosciuto Claudio Quarantotto; nel cast, fra tanti volti anonimi, compaiono i nomi di Alessandro Haber (!), Salvatore Baccaro e Gianfranco D'Angelo. Musiche non molto ispirate di Riz Ortolani, già al fianco dei due registi ai tempi del primo Mondo cane. 3/10.
Settecento. Candido viene cacciato dal castello in cui vive poichè innamorato della bella Cunegonda. Insieme a lui vagano per il mondo - e attraverso le epoche, fino ai giorni nostri - il precettore Panglosso, inguaribile ottimista, e il servo Cacambo.
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