Regia di Mark Robson vedi scheda film
La didascalia iniziale ricorda ironicamente che il ’700 viene chiamato l’età della ragione, ma il seguito fa venire qualche dubbio: un’attrice, favorita di un lord, si impietosisce vedendo le condizioni miserevoli in cui sono tenuti i pazienti di un manicomio londinese gestito da un malefico direttore, ma poi per una vendetta privata ci finisce dentro anche lei. La denuncia sociale resta sullo sfondo: il film è in sostanza un horror, con la discesa agli inferi di una persona normale, una rivolta di freaks e un Boris Karloff che sembra uscito da qualche incubo. Un film disturbante, che può anche essere letto come un dramma freudiano: l’Io (la protagonista) rappresenta il punto di equilibrio fra le pulsioni malate dell’Es (il direttore) e l’eccessivo idealismo del Super Io (il quacchero).
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