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Little Odessa

Regia di James Gray vedi scheda film

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La recensione su Little Odessa

di FilmTv Rivista
6 stelle

Joshua Shapira, il bravo Tim Roth (Le iene, Pulp Fiction), è un killer efficiente e spietato, indossa il ghigno dell'uomo solitario e la divisa d'ordinanza, giaccone di pelle, guanti e scarpe pesanti. Gli imprevisti del lavoro, un omicidio da compiere, lo portano a Little Odessa, la comunità di immigrati russi di Brighton Beach. Lì, dove impera la malavita russa con le sue brutali regole, vive ancora la sua famiglia, un padre autoritario e manesco (Maximilian Schell), una madre malata di cancro (Vanessa Redgrave) e il fratello minore, Reuben. Nostalgie e rancori, noir e melodramma, patatine al ketchup e canne di pistola, esecuzioni e incenerimento dei cadaveri, rituali mafiosi e nomadismo ebraico, strade violente e rabbie alla Scorsese in un paesaggio innevato simile alla periferia di Mosca o di San Pietroburgo. Le facce e l'esistenzialismo di riporto dei personaggi dell'esordiente James Gray sono già consumati da due generazioni di cinema indipendente e non impressionano neppure lo squallore degradato nel quale tante anime confuse si perdono tra maledizioni metropolitane e il richiamo del sangue.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 46 del 1994

Autore: Enrico Magrelli

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