Regia di Casey Affleck vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2019 - ALICE NELLA CITTA' - FILM D'APERTURA Una pandemia incontenibile ha praticamente estinto la specie femminile umana, e la società, pesantemente imbarbarita e lasciata a se stessa, senza regole come in un Far West individualista ove la spunta il più forte ed il più astuto, si avvia nemmeno troppo lentamente verso la sua inesorabile estinzione. In questo torvo ed allarmante contesto, seguiamo gli sforzi di un premuroso e tenace giovane padre (Casey Affleck, intenso come ci aspettiamo di ritrovarlo ogni volta), proteso a portare verso un luogo più sicuro la sua figlioletta undicenne Rag, caso rarissimo di individui di razza femminile sopravvissuto e reso immune di fronte al pericoloso e letale morbo.
L'uomo percorre a piedi e con una attrezzatura leggera di sopravvivenza, un tratto di America settentrionale costellato da una natura boschiva imponente e severa, tenendosi scientemente alla larga dalle insidie dei centri abitati, e celando le fattezze femminili della figlia (che presenta ai terzi come il figlio Alex), travestita da maschietto anche alla vigilia di uno sviluppo ormonale ormai imminente, che entro breve ne farà mutare irrimediabilmente i connotati al momento ancora celabili.
Impegnato anche come regista, per la prima volta in un film di pura narrazione (l'esordio vero in regia avvenne alcuni anni fa con l'interessante mockumentary dedicato all'amico e cognato in crisi Joaquim Phoenix), Affleck si prodiga anima e corpo nella realizzazione di una pellicola apocalittica dalle tematiche già ampiamente sviluppate in precedenza (basti ricordare il teso The road, da Corman Mc Carthy, fino ad arrivare, procedendo a ritroso, al magnifico ed allarmante serial inglese della BBC anni '70 intitolato I Sopravvissuti, lungo 38 episodi, che spopolo' in tutto il mondo tra il '75 e il' 77), aggrappandosi stavolta alla singolare variante dello sterminio femminile.
Ma soprattutto concentrandosi sul profondo legame affettivo che unisce un padre alla adorata figlia, ed i due assieme al ricordo doloroso ma anche salvifico, di una madre che, pur vittima degli implacabili eventi, è pur sempre in grado di guidarli e dar loro fiducia tramite la potenza del ricordo. Il film si fa apprezzare soprattutto per l'intensita che contraddistingue la costruzione intima dei due affiatati protagonisti, nonché per le apprezzabili ambientazioni cupe delle fredde zone montane in cui i due coraggiosi ed affiatati superstiti della famiglia felice che fu, si ritrovano a percorrere e ad affeontare.
Elementi non da poco che aiutano un po' a dimenticare certe consuetudini ormai sin troppo viste e trite, che risultano inevitabilmente scontate (minacce esterne, personaggi enigmatici che ben celano il lato mostruoso che li muove), affrontate chissà quante volte nei molti disaster movie che hanno preceduto questa pellicola, parimenti incentrati su un imbarbarimento sociale da catastrofe senza controllo.
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