Regia di Aaron Sorkin vedi scheda film
La parte migliore del film è nei primi 5 minuti: la storia (vera) di una donna intellettualmente dotata, destinata a diventare una stella dello sci freestyle ma fermata da un assurdo incidente: montaggio serrato, riprese virtuosistiche, narrazione accattivante. Da lì in avanti, lo spettatore deve sorbirsi due ore e un quarto di noiosissime partite di poker (siamo lontanissimi sia da film come Regalo di Natale che da altri come 21), di voce fuori campo che si mangia quasi l'intero film, di situazioni reiterate all'infinito. Né la vicenda raccontata è granché originale: per voglia di rivalsa, Molly Bloom (Chastain) si sfila da suo ex datore di lavoro, biscazziere a tempo perso, per cominciare a gestire partite a poker tra giocatori d'azzardo ultrafacoltosi che si incontrano clandestinamente in alberghi esclusivi. Il gioco va avanti fino a quando le fiches non arrivano nelle mani della mafia russa. Federali e fisco cominciano a indagare, il capitale milionario della donna viene confiscato e a questa non rimane che affidarsi a un avvocato di colore (Alba) che dapprima nicchia ma poi fiuta l'affare.
Messo sulle spalle (ma ancor più sulle tette, vista la generosità con cui la protagonista esibisce le sue scollature, che peraltro sono la seconda parte migliore del film) di un'attrice miracolata come Jessica Chastain, Molly's game punta molto sull'ostentazione del montaggio e su un sonoro incalzante, antidoti del tutto inefficaci contro una noia incontrollabile. Rimane un mistero insondabile come Jessica Chastain abbia potuto lavorare con registi di rango come la Bigelow, Guillermo Del Toro, Malick, Nolan e Ridley Scott.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta