Regia di Jon S. Baird vedi scheda film
Quando ero un bambino, negli anni ottanta, sulle reti regionali non mancavano mai gli episodi comici con Stanlio & Ollio, specie di mattina quando, per un motivo o per un altro, saltavo le lezioni a scuola. All'epoca Stanlio & Ollio, nonostante fossero passati trent'anni dai loro ultimi spettacoli, erano ancora molto conosciuti, tanto che a scuola non mancava chi ancora li imitasse. Ricordo con grande simpatia quei momenti spassosi e soprattutto i due protagonisti degli sketch, con Ollio doppiato addirittura da Alberto Sordi. Una comicità pulita, allegra, eppure comica (ispirerà in Italia la coppia Franchi & Ingrassia), intrisa di una semplicità che, al decorrere degli anni, si è involgarita di pari passo alla crescente malizia del pubblico.
Il film di Jon S. Baird riporta in auge la mitica coppia. Lo fa con un piglio triste, catartico, dal sapore proprio del canto del cigno. Baird porta in scena l'ultima tournée della coppia, ormai in avanti con l'età e sempre più preda degli acciacchi. Lo spettacolo teatrale, che chiude il film, è l'ultima occasione in cui Stan Laurel e Oliver Hardy si sono esibiti insieme. E' l'Irlanda, terra popolare e ingenua e per questo assai più entusiasta e calorosa rispetto all'Inghilterra e agli Stati Uniti, ad applaudire lo spettacolo. Steve Coogan e John C. Reilly sono credibilissimi nei panni di Ollio e Stanlio, dando un serio contributo alla riuscita del film. Il copione, pur se non troppo coinvolgente, è sufficiente. Buone alcune inquadrature, specie quelle sulle ombre dei due attori che offrono la sensazione di vedere in scena delle marionette. Nel complesso è un filme carino e assai melanconico, testimonianza di un'epoca sognante che non c'è più.
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