Regia di Jon S. Baird vedi scheda film
Dalle parti di Hollywood sanno bene che se tutti gli artisti di successo si somigliano, ogni artista in declino lo è a modo suo e così, da Viale del Tramonto in poi, i film che narrano la parabola cadente delle stelle del cinema sono un genere, altresì, intramontabile. Stanlio & Ollio si aggiunge alla lista in un'opera che ha un livello binario di analisi. Se visto con gli occhi dell'ammiratore della coppia non potrà che piacere, per la bravura degli interpreti, capaci di riprodurre con incredibile efficacia gag che sembrerebbero inimitabili, ma soprattutto per lo sguardo verso una dimensione emotiva dell'essere partner sulla scena che spesso si regge su un delicato equilibrio tra asimmetrie, dove anche solo una piccola incomprensione o un ciuffetto di zizzania rischiano di mandare tutto a monte. Se visto con occhi più neutrali, se ne loda la ricostruzione storica, impeccabile, si rileva l'eterno dilemma della persona prigioniera del personaggio, ma forse non se ne rimane coinvolti, sia perché la sceneggiatura è concentrata solo su uno spicchio della lunga carriera del duo, salvo rari flashback, sia perché un tema centrale come il rapporto tra produttori, artisti e creatività è ricondotto a dinamiche stereotipate, sia perché in fondo tutto scorre in modo prevedibile e senza scossoni, come in effetti fu la vita di due persone che salvo qualche eccesso non entrò nelle cronache degli scandali e degli eccessi. Complessivamente un buon prodotto, senza dubbio ben fatto e curato, ma che non lascerà un segno visibile ai posteri.
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