Regia di Jon S. Baird vedi scheda film
L'effetto che generalmente mi fanno Stanlio e Ollio è di grandi risate guardando i loro film e di grande malinconia pensando agli anni fuori e soprattutto dopo i loro film. Non è un caso che si intitoli Triste, solitario y final un famoso romanzo degli anni Settanta dello scrittore argentino Osvaldo Soriano, che ha come trama una sorta di vendetta, postuma e per interposta persona (lo stesso Soriano in veste di personaggio e l'investigatore privato Philip Marlowe), dei due comici nei confronti di John Wayne, il quale nel 1949 offrì a Oliver Hardy un ruolo sostanzialmente umiliante nel film The Fighting Kentuckian, diretto da George Waggner.
La storia del film si incentra sull'ultima tournée teatrale della coppia attraverso la Gran Bretagna e l'Irlanda nel 1953, cullando l'idea di realizzare ancora un film, sulla leggenda di Robin Hood. Stanlio & Ollio mette a fuoco i rapporti tra i due colleghi/amici a distanza di quasi trent'anni dalle prime prove insieme, con i rancori accumulati, le relazioni non semplici con e tra le mogli, i diversi ruoli dei due comici, nonché i problemi di salute che affliggevano soprattutto Hardy.
I fatti narrati si basano sulla ricostruzione fatta dallo scrittore A. J. Marriot e sono presumibilmente reali o verosimili quando si tratta dei colloqui privati tra Stan e Ollie, poiché in qualche momento sembra di leggere il bel libro sulla coppia scritto a suo tempo da Marco Giusti per Il Castoro Cinema.
Ben scritto da Jeff Pope, diretto con intelligenza ed estro da Jon S. Baird, Stanlio & Ollio è soprattutto un bel film sull'amicizia, che (come promette la locandina) fa ridere e commuovere al tempo stesso, anche grazie all'interpretazione non di puro mimetismo di Steve Coogan (Stan) e di John C. Reilly (Ollie), che meriterebbero qualche premio, magari quell'Oscar che il solo Stan Laurel ricevette, alla carriera, nel 1961 e che invece Oliver Hardy, morto nel 1957, non poté mai ricevere.
Le figure di Stanlio e Ollio, variamente reinterpretate e stilizzate, sono due icone del Novecento anche per chi li ha conosciuti solo molti anni dopo la fine della loro carriera, e questo film a loro dedicato è di quelli che, tra le altre cose, rincuora lo spettatore, perché sfata la falsa idea che i due si ignorassero fuori dal set. Oltre che amicizia, c'era stima reciproca tra Ollie e Stan e infatti quest'ultimo, che era indubbiamente il "cervello" del duo, dichiarò una volta sul compare «È un grande artista. Ha la saggezza di comprendere che è stato creato per far ridere gli altri».
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