L'ultima eroica - ma poco romantica - tournée teatrale del duo più famoso e amato del mondo, alle prese col fisiologico calo di ispirazione e di pubblico, fra incomprensioni e problemi di salute.
Il regista tratta, col dovuto rispetto e senza inutili orpelli, servito da una accurata sceneggiatura di Jeff Pope, tutto quel ben di dio di materiale a sua disposizione e permette allo spettatore di accedere al loro lato privato, sconosciuto ai più. Nel ruolo dei protagonisti, Steve Coogan e John C. Reilly, truccati alla perfezione da Mark Coulier & Jeremy Woodhead, sono ora sfavillanti, poi commoventi, quindi teneri, e sempre irresistibili. Coogan, nel ruolo di Stanlio, è ai limiti della clonazione, laddove Reilly è 'almeno' aiutato dalle protesi. Incredibile: nessun premio di livello per i due attori, le incomprensibili follie du cinemà.
Tanti i momenti topici, il litigio fra i due come solo nei migliori sodalizi; Stanlio che osserva attonito il cartellone del film di Gianni e Pinotto che annuncia il nuovo che avanza; i rapporti con le relative mogli; la coriacea deontologia professionale di Ollio che, nonostante il pollice verso del medico, decide di portare a termine il suo lavoro, secondo il più autentico show must go on.
Questo film è stato il miglior modo di restituire il giusto onore a una coppia di strepitosi artisti che dal 1926 al 1953 ha reso il mondo se non un posto migliore sicuramente più tollerabile,
rinnovando l'assunto per cui “earth” without “art” is just “eh...”
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