Regia di Giancarlo Fontana, Giuseppe G. Stasi vedi scheda film
Muore la nonna, la cui pensione è la sua unica fonte di sostentamento economico: Claudia la mette in freezer per continuare a incassare l’assegno mensile. Ma un finanziere troppo zelante, Simone, irrompe nella sua bizzarra routine: può essere l’amore della sua vita, oppure l’uomo che la consegnerà alla giustizia.
L’idea è macabra e prende spunto da un vasto campionario di incredibili notizie di cronaca che negli anni hanno raccontato fino a che punto gli italiani possono spingersi pur di incassare qualche soldo senza faticare; la vicenda di Metti la nonna in freezer è perciò più che verosimile e si presta facilmente a dare il la a una farsa di costume, a un’opera satirica sulle nuove frontiere dell’immoralità nel Belpaese. Questa però non è purtroppo la direzione intrapresa dalla sceneggiatura firmata da Fabio Bonifacci, che al di là della coraggiosa (per il nostro cinema ‘leggero’ di questi anni) base di partenza a tinte tragiche non fa granchè per smarcarsi dai consueti, logori canoni della commediola ridanciana tutta battutine e lieto fine scricchiolante sul piano logico, ma totalmente accomodante su quello emotivo. La denuncia sociale resta al palo e la presenza del pur bravo Fabio De Luigi, caratterista obbligato a ripetere a oltranza il ruolo dello squinternato, contribuisce in maniera marcata a limitare tale potenziale del lavoro. Nulla da eccepire sulle altre scelte di cast, Miriam Leone in testa, alla quale si affiancano Barbara Bouchet, Lucia Ocone, Marina Rocco, Francesco Di Leva ed Eros Pagni. Per entrambi i registi, abituati a lavorare in coppia, si tratta dell’opera seconda, a quattro anni di distanza da Amore oggi (2014); se Giuseppe Stasi si limita a rimanere dietro la macchina da presa, Giancarlo Fontana viene invece accreditato anche come montatore del film. 3,5/10.
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