Regia di Giancarlo Fontana, Giuseppe G. Stasi vedi scheda film
In Italia, si sa, siamo pieni zeppi di commedie. Che siano ad equivoci o romantiche, spesso il risultato non cambia: idee col contagocce, tanta volgarità e poca voglia di cambiare registro. Metti la nonna in freezer cerca di tirarsi fuori dagli standard appena citati, sforzandosi di apparire come un prodotto fresco, vivace e in sostanza “moderno”. La pellicola è diretta da Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana, scritta da Fabio Bonifacci e interpretata da Fabio De Luigi, Miriam Leone e Barbara Bouchet.
Simone Recchia è un finanziere goffo e onesto che si innamora di Claudia, una giovane restauratrice. La ragazza, accompagnata dalle sue collaboratrici, ha problemi economici dovuti al mancato pagamento per i suoi servizi dalla pubblica amministrazione. Per Claudia l’unico sostegno economico è rappresentato dalla pensione della nonna Brigit. Quando quest’ultima muore, la ragazza e le sue collaboratrici, optano per un piano tanto sconsiderato quanto macabro: congelare la nonnina per continuare a riscuotere la pensione. Un piano destinato a fare acqua (fredda) da tutte le parti.
Metti la nonna in freezer è un film godibile, ma non per questo riuscito. L’idea di base, intuibile anche solo leggendo la trama, è quella di proporre una commedia nera e tutte le sue più piccole sfumature. Ciò che rimane, però, è solo l’idea, privata di uno sviluppo che ne avrebbe sorretto le più fiduciose intenzioni. La satira, tra gli elementi più caratteristici di questo sottogenere, in questo film appare solo sfiorata o volutamente evitata, spogliata della cattiveria che la rende, nei casi più riusciti, efficacemente veritiera e politicamente scorretta. Qui resta lontana, velata e neanche troppo di sottofondo. La regia è vivace e cerca di evitare le più facili convenzioni di genere, privilegiando con strategia il lato grottesco delle situazioni. Così come il montaggio, volutamente dinamico e virtuosistico, anche la regia, seppur buona, vive di momenti, alternando trovate tecniche convincenti, specialmente nella prima parte, alle più tradizionali sequenze che ormai vediamo proiettate in continuazione. Questa altalena di tecnica e per certi versi anche di sceneggiatura, mette in evidenza una compostezza registica e narrativa di base, laddove un pizzico di audacia in più avrebbe potuto rendere il prodotto molto più interessante e avvincente.
Gli attori se la cavano, in particolar modo Miriam Leone, che si dimostra tagliata per un ruolo di questo tipo. Di tutt’altro livello è invece Fabio De Luigi, molto più a suo agio sul piccolo schermo che al cinema, mostrandosi nelle sequenze lo specchio identico di quella precedente e ancora di quella successiva. Buoni gli attori secondari, abili nel sorreggere da comprimari una narrazione che spesso li vede in primo piano.
Metti la nonna in freezer è un film che inizia benissimo sin dai titoli di testa ma che cala vertiginosamente in originalità, coraggio e brillantezza, finendo poi farsi apprezzare come un film “carino”. Ciò che è mancato a questa pellicola è quella vena provocatoria e graffiante che rende originali i film più di successo della commedia nera, che siano americani o europei. Ciò che è mancato è la voglia di spingersi oltre i confini (non)stabiliti della commedia italiana, finendo invece, in diverse sequenze, per rappresentarne tutte le peculiarità più classiche e stantie.
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