Regia di Ridley Scott vedi scheda film
A Roma, nel 1973, viene rapito John Paul Getty III (Charlie Plummer), nipote dell'uomo più ricco del mondo, Jean Paul Getty (Christopher Plummer, che ha sostituito, per volontà del regista e co-produttore Ridley Scott, Kevin Spacey, a seguito dello scandalo sessuale in cui il due volte premio Oscar è stato coinvolto), tycoon del petrolio e proprietario di una galleria di oggetti d'arte da fare invidia ai più prestigiosi musei della Terra: il film diretto da Ridley Scott è la cronaca (molto romanzata) dei mesi successivi al rapimento (compiuto dalla 'Ndrangheta), della prigionia del ragazzo, culminata nell'amputazione di un orecchio, dei frenetici tentativi di negoziare della madre Gail Harris (Michelle Williams) da un lato e dei continui rimandi al mittente delle richieste del riscatto del multimiliardario dall'altro.
'Tutti i soldi del mondo' è la trasposizione in immagini di una vicenda che, all'epoca, ebbe un grande risalto nei media di tutto il globo: Ridley Scott prende come soggetto il libro di John Pearson, sceneggiato da David Scarpa e gira con grande senso del ritmo una pellicola tesa e ricca di fatti turbolenti, costruendo, come sempre da maestro, le sequenze di azione, dando un occhio al cinema poliziottesco italiano degli anni '70, mutuandone gli aspetti più turpi e truculenti in primo luogo e la stringatezza e la superficialità nel profilo dei personaggi secondari in secondo.
Ciò che funziona meglio nell'opera è tuttavia il ritratto di un autentico villain a tutto tondo, un uomo avido come pochi altri al mondo, ossia J. Paul Getty, più attaccato agli oggetti facenti parte la sua preziosa collezione e a leggere le quotazioni sui listini che ai legami affettivi, relegati in secondo piano; il magnate è quindi una persona sola, una specie di riproposizione in chiave moderna e disumanizzata di Charles Foster Kane, che possiede tutto ma vive nella solitudine delle sue enormi e sfarzose proprietà, sparse per il mondo.
La ricostruzione della vicenda vera e propria invece, è piena di falle, errori (che non si capisce se involontari o immessi ad arte, per la solita visione americana idealizzata di un qualsivoglia paese straniero, ripreso nei suoi elementi folkloristici) ed episodi inventati di sana pianta, su tutti la dinamica della liberazione del ragazzo, avvenuta nella realtà in maniera molto più semplice come la vediamo, evidentemente per necessità di spettacolarizzazione e soprattutto la tempistica della morte di Getty, ceh nel film accade in pratica in contemporanea con il rilascio del nipote, mentre avvenne quasi due anni dopo nel '76.
Nel complesso 'Tutti soldi del mondo' è un film dignitoso che ha nello script il suo (grosso) punto debole e, al contrario, tra i suoi punti di forza, il mix tra la regia del veterano Scott e il serratissimo montaggio di Claire Simpson, ma sarà maggiormente ricordato per lla grande prova attoriale dell'anziano Christopher Plummer - i cui panni dello spregevole affarista americano gli calzano a pennello- che svetta su tutto il resto del cast, nel quale vale la pena segnalare le performance di Michelle Williams, credibile 'Madre Coraggio' del ragazzo e quella di Mark Wahlberg, negoziatore che stima poco il suo datore di lavoro; un'altra parte degna di nota in quanto a minutaggio è quella interpretata da Romain Duris in veste di carceriere, passabile nella versione doppiata ma, da quanto ho letto, troppo segnata dall'accento francese in quella originale.
Un film che ha fatto più parlare per le suddette vicende relative alla sua tribolata realizzazione che per i suoi (non eccelsi) contenuti filmici.
Voto: 6,5.
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