Regia di Bruno Mattei vedi scheda film
Rodolfo e Isabella vanno a vivere per un po' nella villa della ricca Rita. Apparentemente è solo un modo per staccare la spina; in realtà i due hanno un malloppo da nascondere. E la padrona di casa lo intuisce, mettendo in pratica un diabolico intrigo.
Softerotico mascherato da thriller, Legittima vendetta è il classico lavoruccio ‘di genere’ dell’epoca, dalla fattura approssimativa e dalla confezione simil-televisiva, evidentemente pensato per la diffusione homevideo e privo di ambizioni cinematografiche in un momento storico di grave crisi per la sala (che ormai non aveva più spazio per le produzioni minori, va sottolineato). Bruno Mattei fa il suo dovere in maniera piuttosto svogliata, presumibilmente più attento a consegnare un’operina conforme alle esigenze della commissione che coinvolto artisticamente nel progetto; a dirla tutta non ha neppure del materiale attoriale di prima scelta sottomano (Antonio Zequila, Gala Orlova e Monica Seller costituiscono il triangolo di protagonisti) e non gli si possono perciò imputare più di tante colpe. L’obiettivo principale del film è mostrare qualche nudità e amplesso simulato su una trama di scarsissima verosimiglianza, ma intricata quanto basta; alla sceneggiatura pensano il regista e Ninì Grassia, impegnato qui anche come autore della colonna sonora (non eccelsa, si metta agli atti). In quello stesso 1995 Mattei girava anche Fauci crudeli, action-thriller-horror sulla scia dello Squalo di Spielberg (uscito esattamente vent’anni prima), più nelle sue corde, ma altrettanto tirato via. 1,5/10.
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