Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Questo film di Fassbinder è più Cinema o più Teatro? Secondo Paolo Mereghetti il film "appare miracolosamente riuscito grazie alla capacità di Fassbinder e del suo operatore di muoversi morbidamente all'interno di uno spazio rigidamente chiuso". L'osservazione è pertinente e veritiera, ma forse non risolve del tutto il problema del film, della sua natura di "teatro filmato" (in genere giudicato in un'accezione negativa dalla critica), anche se fatto in una maniera così dichiarata ed esplicita da risultare un'opera di indiscutibile coerenza testuale. I temi sono quelli ricorrenti nell'autore dell'amore come possesso in cui prevale la convenienza economica più che la realizzazione del sentimento, il "diritto del più forte" e l'alienazione borghese vista stavolta da un'ottica femminile. La recitazione di tutte le attrici è ammirevole, tale da conferire un'adeguata sostanza umana ai personaggi di Petra, di Marlene e di Karin, con una lode particolare proprio a Margit Carstensen che deve affrontare il difficile compito di recitare in uno stile teatrale e antinaturalistico senza far mai cadere i dialoghi e le situazioni nella parodia. L'estrema stilizzazione della regia non mi ha creato problemi, poichè sono riuscito ad apprezzare la voluta artificialità barocca delle scenografie e della fotografia a colori. Dopo averlo rivisto diverse volte, credo che anche certe volute sottolineature melodrammatiche come la scenata isterica di Petra il giorno del suo compleanno non siano affatto gratuite, che facciano parte di un preciso disegno registico che ha il coraggio di non arretrare di fronte a nulla pur di restituire un'immagine lucida e tagliente della sofferenza in campo amoroso. La bellezza compositiva e cromatica delle inquadrature contribuisce a un risultato eccellente, che si può considerare una delle vette del cinema di Fassbinder.
VOTO 10/10
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