Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
La storia piuttosto disperata di tale Hans Epp che torna al suo paese in Germania dopo essersi arruolato nella Legione Straniera e trova una realtà sconfortante, fra un modesto lavoro di fruttivendolo ambulante, una moglie che non lo sopporta e una madre che lo domina a livello emotivo, avviandosi ad un triste e inevitabile declino...
Uno dei primi melodrammi di Fassbinder a ricevere una certa attenzione dalla critica, resta un buon esempio della sua prima maniera in cui già aveva assorbito il meglio della lezione del suo maestro Douglas Sirk (la disperazione di Hans credo fosse per lui estremamente autobiografica, con un suicidio per alcolismo che purtroppo anticipa quello reale per overdose dello stesso Fassbinder che avverrà circa dieci anni dopo l'uscita di questo film). Il film è narrato con sicurezza e robustezza di linguaggio e si avvale di un ottimo cast in cui spiccano soprattutto il protagonista, il poco noto Hans Hirschmuller, la musa abituale Irm Hermann (che nella vita privata ebbe un rapporto intenso ma estremamente contrastato col regista, di cui si trovano alcune tracce anche nei rapporti fra i personaggi del film) e in ruoli minori Hanna Schygulla e Klaus Lowitsch. Il critico del Village Voice Jonathan Hoberman lo considera addirittura il capolavoro di Fassbinder, ma io, pur apprezzandolo, non arriverei così in alto: oltre ai pregi elencati, vi sono anche alcune incertezze di scrittura (ad esempio un infarto che coglie il protagonista, a un certo punto della storia, in maniera piuttosto inverosimile e fin troppo meccanica e calcolata).
Voto 8/10
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