Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Il mercante delle quattro stagioni è considerato dai critici l'inizio della personale interpretazione melodrammatica di Fassbinder, dopo il periodo delle contaminazioni e delle prime sperimentazioni di stile e contenuto (che già hanno dato notevoli risultati). Qui l'attenzione è focalizzata sulla vita insicura e instabile di Hans Epp (H. Hirschmuller), un mercante piccolo borghese sposato e con una figlia, ma destabilizzato dalla società e dai suoi stessi familiari innanzitutto, dato che viene disprezzato per il suo lavoro da poco, non è stimato dalla madre, non trova vero sostegno ed equilibrio con la moglie Irmgard (I. Hermann), ha il cuore spezzato per un amore rifiutato da un'altra donna (I. Caven) che però riesce a vedere ogni tanto, seppur in modo frustrante: Hans non riesce a trovare lo sbocco per la conquista della dignità agli occhi della società, ha un disperato bisogno di affetto che nessuna donna riesce a comprendere fino in fondo e così si ubriaca, diventa violento ma il troppo lavoro e il troppo alcool gli procurano un attacco di cuore. Trova sostegno solo in una sorella ribelle (H. Schygulla) e in un caro amico, ma il rimorso e la debolezza lo indirizzano verso un suicidio squallido, sprezzante e sarcastico, da alcolizzato, insieme pena ed effimero riscatto estremo.
Fassbinder è pacato e insieme aggressivo, partecipe delle sofferenze di Hans, fluido e ordinato nei movimenti di macchina e nella composizione delle inquadrature.
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