Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Un'altra storia di disperazione da un autore che ne è sempre stato malato.
ANTICIPAZIONE DEL FINALE - E' un film gelido, anche per la media a cui Fassbinder ci ha aiutati, dal carattere straniante e a momenti quasi surreale. Il regista fa uso di una tecnica rigorosa e piuttosto statica, e ci racconta una vicenda nichilistica, dove tutti sono senza cuore, e molti sono anche malvagi. Lo stile di Fassbinder è certamente un punto di forza per il livello artistico del film, ma la materia che tratta è di quella che fa venire il latte alle ginocchia. Ho avvertito all'inizio, ma non rovino niente a nessuno se dico che la vicenda finisce malissimo, in una specie di non-senso beffardo o patetica disperazione. La causa del male non è neppure l'odio dei personaggi, che anzi rimangaono tutti indifferenti e imperturbabili fino al parossismo, ma è proprio la loro stessa ostinata apatia che trascina tutti nell'abisso. Il personaggio del killer protagonista è quanto di più glaciale si possa immaginare, un uomo che compie gli omcidi più efferati con una freddezza pari a quella di una macchina; un uomo che compie il male nel modo più banale, che anzi lo banalizza, che parla pochissimo e, quando sembra chiacchierare un po', lo fa per dire sciocchezze.
La von Trotta interpreta un personaggio secondario quasi surreale, ed è poco più di un fantasma che attraversa il film. In quegli anni bazzicava come attrice tra le produzioni girate a Monaco, anche partecipando ad alcuni episodi alla celebre serie "Der Kommissar", prima di passare alla regia. Quanto a Fassbinder, beh, ci dà un altro campione del male che si portava dentro e che lo spingeva a girare storie disperate come questa. La canzone della sigla è, come in altri suoi film, dolce e sentimentale, e quindi beffarda. Sempre preziose, invece, le musiche originali scritte da Peer Raben, che invece si adattano bene al film. PS: Puntuale, anche qui c'è il personaggio del suicida.
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