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Daddy's Home 2

Regia di Sean Anders vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su Daddy's Home 2

di Fanny Sally
5 stelle

Sequel di una commedia di successo che si rivela un po' ripetitivo nelle dinamiche narrative, ma riesce ad intrattenere grazie al buon affiatamento degli attori.

Sequel di una commedia familiare di successo che, pur non essendo necessario, si rivela abbastanza godibile grazie soprattutto al buon affiatamento e all'evidente divertimento degli attori e ad alcune trovate spassose.

 

Le vicende si svolgono pochi mesi dopo la conclusione del precedente film, con i due patrigni Brad e Dusty, ormai divenuti più o meno amici ed alleati nella gestione dei figli, che entrano nuovamente in competizione all'avvicinarsi delle festività natalize, sfidandosi a colpi di regali e tradizioni da trasmettere alla prole. Ma se il pacifico Brian è ormai a suo agio nel gestire le esigenze e le aspettative dei figliastri ed è stato allietato anche dalla nascita di un figlio suo e della moglie Sara, Dusty non riesce proprio ad entrare in sintonia con la viziata figliastra della giovane compagna Karen, che lo snobba e maltratta.

A completare ulteriormente la situazione di tensione è l'arrivo inaspettato dei padri dei due maschi alfa, che non potrebbero essere più diversi tra loro e che, come i figli, tentano di vincere l'affetto dei nipoti, con mezzi più o meno onesti.

 

La coppia di opposti che si incontrano Ferrell/Wahlberg si ritrova perfettamente a proprio agio nel riprendere i loro personaggi cui aggiungono qualcue nuova sfumatura, a loro si affiancano un sempre affidabile John Lithgow, che impersona il padre bonario e un po' ingenuo di Brad/Ferrell e il ruvido Mel Gibson, che invece ricopre il ruolo dell'impenitente donnaiolo padre di Dusty/Wahlberg.

In tal modo le dinamiche familiari al centro della storia si arricchiscono di un rapporto padri/figli rappresentato, sia pure con superficialità, anche tra uomini adulti.

Si perde però quel riuscito equilibrio tra toni diversi presente nell'originale, a favore di un umorismo sopra le righe e fintamente dissacrante, che alla fine è perfino più buonista del precedente, vuoi anche per l'ambientazione natalizia che sfocia in un finale un po' zuccheroso, per fortuna salvato da una seconda chiusura più in linea con la vena comica del racconto.

 

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