Regia di André Berthomieu vedi scheda film
Esilarante commedia degli anni '30, con Michel Simon che giganteggia.
Ho riso molto, anzi ho riso dall’inizio alla fine vedendo questa commedia dal ritmo indiavolato, forte di una sceneggiatura piena di sorprese e soprattutto interpretata a briglia sciolta da una coppia di attori che recitando sembra divertirsi quanto lo spettatore. Fin dalle prime battute, si capisce di essere in presenza di una trama in cui nulla potrà andare per il verso giusto, vista la dabbenaggine dei due protagonisti e l’ingenuità del piano che architettano. Trignol (Jules Berry) e Baluchet (Michel Simon) sono due modesti attori teatrali, due comparse utilizzabili per molteplici piccoli ruoli, in poche parole i due tappabuchi della compagnia. Convinti che la loro carriera sia minata dalla mancanza di pubblicità intorno ai loro nomi, decidono di farsi finalmente conoscere da un pubblico più vasto inscenando un finto omicidio. Uno dei due (Trignol) sarà la vittima e dovrà scomparire fino alla condanna del secondo (Baluchet), per poi riapparire, svelando in tal modo un clamoroso errore giudiziario di cui parleranno tutti i giornali. Questo è solo il punto di partenza di una vicenda rocambolesca, stracolma di imprevisti e persino carica di tensione nella parte finale, quando il povero Baluchet sembra veramente sul punto di essere ghigliottinato.
Pur costituendo l’asse portante dell’intero film, Michel Simon e Jules Berry non recitano in coppia, se non nella parte iniziale, ma vengono lasciati liberi di esprimere tutto il loro talento seguendo due itinerari separati, l’uno alle prese con una Giustizia cui è difficilissimo far accettare la propria colpevolezza e successivamente ancor più arduo convincere della propria innocenza, l’altro imbrigliato in una clandestinità e in una fuga che si fa via via più pericolosa. Se tecnicamente la regia non si spinge oltre una rispettabile routine, i numeri cui danno vita i due attori sono semplicemente esilaranti e coadiuvati da testi di alta ironia e satira sociale. Siamo negli anni del Front Populaire (1936-1938), la libertà di espressione vive giorni felici, sfornando alcuni tra i migliori titoli francesi del primo dopoguerra. In tale contesto, le scene girate dietro le quinte del teatro, le udienze del tribunale chiamato a giudicare Baluchet e il processo al malcapitato Trignol, finito nel frattempo tra le grinfie di una giustizia più o meno sovietica (momenti di ineguagliabile grammelot) offrono sprazzi di ironia e comicità imbattibili.
Una perla d’epoca, tutta da scoprire…
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta