Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
Un attorucolo necessita urgentemente di una grossa somma per pagare un'importante operazione al nipotino. Si rivolge così a San Gennaro, in chiesa, che gli risponde di prelevare tranquillamente i suoi gioielli. In realtà a parlare è stato un posteggiatore abusivo dietro l'angolo, la cui voce per caso risuonava in quel momento in chiesa. L'uomo a ogni modo non trova il tesoro del Santo perchè è stato portato a Torino per una mostra; si mette così sulle sue tracce, e non è il solo.
Caccia al tesoro è una delle commedie 'meno peggiori' della produzione Vanzina (Carlo regista, Carlo ed Enrico sceneggiatori): volgarità contenuta, trama sufficientemente sensata, comicità barzellettistica ma senza sprofondare nel becero. E un cast di solidi professionisti, macchiette tutte in parte: il napoletano Vincenzo Salemme con la debita spalla Carlo Buccirosso, il romano Max Tortora, le bellezze ornamentali Christiane Filangieri e Serena Rossi. Altro non c'è e fondamentalmente neppure dovrebbe esserci, data la destinazione cinepanettonistica del prodotto; la storia scorre in modo abbastanza fluido e pazienza se la logica non regge sempre e le battute lasciano talvolta a desiderare: ci si accontenta di qualche estemporanea trovata sgangherata come la scena del presunto riacquisto di Higuain da parte del Napoli, che ha vaghi accenti in stile Totò. Annata di tutto riposo per i figli di Steno, il 2017, nel corso della quale Caccia al tesoro risulta l'unica pellicola licenziata (già l'anno precedente erano state due, Non si ruba a casa dei ladri con protagonista lo stesso Salemme e Miami Beach in cui compariva Tortora). 3,5/10.
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