Regia di Mike Nichols vedi scheda film
Poteva essere un'occasione per trasformare la licantropia in metafora dell'andante popolare "homo homini lupus" ed in parte è proprio così che è andata ma il colpo non è stato affondato quanto doveva. C'è qualcosa che manca al film, una definizione precisa e coerente. Da una parte c'è la licantropia di un sempre bravo Nicholson che manifesta, ineditamente, le sue peculiarità più intime anche nelle ore diurne attraverso un acuimento dei sensi ed una rinnovata forza di spirito e di fisico mentre di notte avviene la vera e propria trasformazione è scorre sangue in abbondanza e dall'altro lato c'è la riflessione sull'uomo, sulla necessità di competere e non farsi sopraffare nell'ambiente di lavoro come in quello domestico. In tutto questo però saltano fuori ingenuità di ogni tipo (vedi il talismano che deve allontanare la bestia, la coincidenza della luna vicina alla terra come causa della trasmigrazione dell'anima del lupo e via discorrendo); si fa un pasticcio tra il peggior cinema sul genere ed una raffinata rappresentazione dell'animo umano in chiave competitiva e quindi feroce. Il risultato non è dei migliori ed a questo si aggiungono dei dialoghi non sempre convincenti ed un montaggio a tratti decisamente debole. Peccato, voto: 6.
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