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The River Wild. Il fiume della paura

Regia di Curtis Hanson vedi scheda film

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La recensione su The River Wild. Il fiume della paura

di Antisistema
5 stelle

La versione povera, banale e stupidotta di Un Tranquillo Weekend di Paura di John Boorman (1972), nel quale il regista inglese vi aveva riversato un intelligente analisi del rapporto tra l'uomo e la natura, dove quest'ultima veniva spogliata di ogni connotato idilliaco, per assumere la veste di un inferno verde, bellissimo a vedersi, ma pronto a farti fuori al minimo errore, frapponendo lungo il percorso molti ostacoli ai protagonisti nella loro discesa del fiume. 

The River Wild - Il Fiume della Paura di Curtis Hanson (1994), dal trailer tv prometteva molto, poi naturalmente come molti altri film alla prova della visione s'è confermato un prodotto che non valeva l'hype generato, dimostrandosi un modesto thriller con qualche inquadratura panoramica buona e un due-tre sequenze di rafting nel fiume che mantengono sveglia l'attenzione dello spettatore che altrimenti arriverebbe al termine della pellicola in uno stato catatonico. Roger Ebert sottolinea giustamente come tutto il film sia telefonato dall'inizio alla fine e vi siano così tanti clichè, che alla fine possiamo dire di aver vissuto noi stessi l'esperienza perchè già provata in tante opere precedenti. La base è un thriller naturalistico sulla scia di un Tranquillo weekend di paura, ma spogliato di tutte le implicazioni morali ed anti-sistema sulla società americana, per regalarci alla fine un thriller che sembra più lo sfizio di Meryl Streep di far vedere quanto sia tosta e capace come attrice anche in un ruolo insolito per lei in un contesto più action, che per raccontare qualcosa di vagamente interessante. 

Una pellicola scontata e prevedibile, sin dall'inizio con la famigliola borghese in crisi matrimoniale, dove Gail Hartman (Meryl Streep) è ai ferri corti con il marito Tom Hartman (David Strathairn), perchè quest'ultimo la trascura da un pò di tempo perchè troppo occupato con il suo lavoro di architetto. La donna invece di comprendere lo status di stress dell'uomo che magari soffre lui in primis per la situazione, lo manda beatamente a fanculo come in ogni filmetto americano del cavolo e decide di portarsi il figlio Roarke in Montana, per fare qualche giorno di rafting, sua passione sin dall'adolescenza, ma poi prima della partenza vengono raggiunti da Tom, deciso a non far naufragare la loro unione.

 

 

La pellicola dovrebbe risollevarsi dalla stagnazione grazie all'incontro con i criminali Wade (Kevin Bacon) e Terry (John C. Reilly), ma anche dopo l'accaduto che dovrebbe portare più ansia perchè inserisce in una situazione di pericolo i protagonisti, la tensione latita ed il film si prende qualche pausa di troppo,  perchè decide di puntare sul riscatto di Tom dalla sua condizione abulica di borghese, tramite il suo slancio vitalistico derivato dalla location della natura, che oltre ad essere scontato nello sviluppo, nel terzo ed ultimo atto diventa un vero e proprio peso morto per la narrazione, spezzando troppo il ritmo del film già di per sè non eccelso e protagonista di situazioni rocambolesche con tanto di trappolone finale alla Willie il Coyote veramente ridicolo. Hanson e lo sceneggiatore, avrebbero dovuto incentrare maggiormente lo scontro tra Gail e Wade, il classico scontro bene e male ok, ma almeno l'inedito ruolo di Meryl Streep avrebbe dato qualcosa di interessante in tale rapporto, grazie all'intensità che mostra la donna in alcuni primi piani e il carisma del bravo Bacon, il migliore attore del film, che nelle scene di pausa quando sono a riva oscura la sua partner un pò troppo leziosa, la quale invece si riscatta mostrando il suo lato cazzuto e tosto nelle difficili sequenze di rafting alcune delle quali girate senza l'aiuto dello stuntman, grazie al fatto che l'attrice per svariati mesi prima della pellicola prese lezioni di canottaggio estremo, aiutando in tal modo il regista a costruire le scene tra le rapide e avvalendosi della controfigura solo nei campi lunghi o in situazioni dove era veramente impossibile per le capacità sportive della Streep di far fronte alle corrente forte delle rapide. 

Un thriller da domenica pomeriggio, penalizzato dal fatto che le sequenze sul fiume e di attraversamento delle rapide viste in TV perdono gran parte della potenza visiva che avrebbero avuto probabilmente al cinema, ma a livello narrativo scontro dei personaggi monodimensionali e un inizio e una fine prevedibile dove è scontatissimo che alla fine Kavin Bacon non la sfangherà insieme al suo socio e Strathairn grazie alla riscoperta del proprio lato virile, si riscatterà dalla propria condizione apatica, si rinconclierà con moglie e figlio limonandosi Meryl Streep con tanto di cascata in sottofondo... l'elogio della famigliola borghese che ha vissuto una situazione fuori dall'oridinario e pronta per un ritorno ad una sana normalità. Discreto successo ai botteghino con poco meno di 100 milioni di incassi e nomination ai Golden Globe per Meryl Streep (mah) e Kevin Bacon. 

 

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