Regia di Taylor Hackford vedi scheda film
Thriller psicologico ed umorale che non si esaurisce nel frastagliato e tormentato rapporto tra consanguinei, sebbene la forbice tra indagine investigativa ed autoanalisi si ampi e protenda verso quest'ultima. Revenge tutta femminile che piega dispotismi e prepotenze maschili nel nome di una giustizia spietata, ma doverosa, svincolata dall'autoritarismo fallocrate. Come volevasi dimostrare, l'orrore domestico incute maggior paura di mille mostriciattoli. Tra i splendidi colori vividi/lividi che contundono lo schermo e le notevoli muliebri interpretazioni, la fanno da padrone però le splendide liaisons tra presente e passato (davvero magistrale l'uso tecnico dei collegamenti con i flashback, con dinamica fusione e sovrapposizione dei due piani). Ampollosità a parte, una buona trasposizione penalizzata da un troppo gratificante e schiacciante finale pro (ma la pecca appartiene al romanzo).
Un malessere vivente: consumata e cerulea, colpisce per la sua sindrome autodistruttiva e la fragilità psico-fisica che dimostra. Non può competere però con la Bates.
Fisicità ed un'attitudine spiccata per i ruoli di peso. Grande personalità e performance. Il doppiaggio la penalizza.
Sostenuto da buoni interpreti. Da plauso la resa dei conti e la gestione/rappresentazione dei flashback.
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