Regia di Michelangelo Antonioni, Wim Wenders vedi scheda film
Ultimo lungometraggio di finzione di Antonioni, "Al di là delle nuvole è un'opera coerente con molte delle tematiche ricorrenti del maestro, ma non riesce del tutto ad evitare le trappole del film ad episodi. Avevo evitato in precedenza la visione a causa di recensioni poco incoraggianti, pur essendo da sempre un ammiratore del regista ferrarese; il film fu un'elaborata operazione produttiva per riportare dietro la macchina da presa il grande regista, coadiuvato per le parti di raccordo da Wim Wenders, ma probabilmente non sapremo mai quanto del prodotto finito sia davvero farina del suo sacco, viste le sue condizioni di salute non certo ottimali (Antonioni si esprimeva a gesti e non era in grado di parlare a causa delle conseguenze debilitanti di un ictus). Il primo episodio con Kim Rossi Stuart e Ines Sastre appare irrisolto, con dialoghi artificiosi e un'ambientazione decorativa; un pò meglio il secondo con Malkovich e la Marceau, che crea almeno un certo alone di mistero intorno alla figura della ragazza parricida e con alcune belle riprese a Portofino. Il terzo con Weller, Ardant, Reno e Caselli sembra un aggiornamento anacronistico delle tematiche dell'incomunicabilità, soprattutto della crisi coniugale de "La notte", con uno spessore drammatico poco convincente e alcune scene di sesso troppo insistite. Molto bello, invece, l'ultimo con Vincent Perez e Irene Jacob, che si avvale di un dialogo finalmente convincente, del magico sfondo di Aix en Provence e di attori perfettamente calati nella parte, da porre in assoluto fra le cose migliori di Antonioni nel formato "breve". Tutto sommato superflua la breve scena con Mastroianni e la Moreau in cui si discute di pittura. E' un'opera inevitabilmente minore rispetto ai film della stagione d'oro degli anni Sessanta, ma fa comunque piacere che il regista abbia avuto un'ultima occasione per esprimersi, anche in condizioni precarie.
voto 6/10
Al di là delle nuvole (1995): scena
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