Regia di Richard Linklater vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2017 - SELEZIONE UFFICIALE
Ai giorni nostri, una sera come tante, un uomo si presenta in un bar qualunque e inizia a parlare con il titolare: poco dopo rivela chi sia e l'altro finisce per riconoscerlo. Assieme si recano alla ricerca di un terzo loro coetaneo, che ora fa il pastore di una chiesa, con un seguito nutrito di fedeli entusiasti, come a cancellare un passato non proprio limpido e pacifico durante il suo precedente corso di vita.
Sono tre reduci del Vietnam che si ritrovano, ed assieme intraprendono un viaggio doloroso quando il primo di costoro comunica agli altri due, le vere ragoni per cui ha deciso di reincontrarli: suo figlio è appena stato ucciso in Iraq ove serviva il paese nel corpo dei Marines. I tre intraprenderanno un viaggio verso la East Coast, per riportare a casa la salma appena tornata in patria, dando all'eroe una sepoltura decisamente fuori dai rigidi schemi previsti dalle forze militari.
Il viaggio sarà l'occasione per rivangare momenti del passato, e dunque aspetti divertenti, goliardici, tristi o drammatici di un periodo di fatto devastante, tremendo ancora nei ricordi lontani eppure vivi e limpidi: una missione di guerra, quella nel Vietnam, che portò alla morte oltre cinquantamila giovani tra le truppe dell'esercito invasore a stelle e strisce.
Un road movie all'insegna del cameratismo che fu, della redenzione da misfatti e piccoli crimini che hanno caratterizzato il passato imperfetto di uomini mezzi eroi e mezzi falliti, ripiegati su se stessi, non era certo un soggetto sulla carta particolarmente nuovo e travolgente.
Tuttavia, dietro la regia accorta e la fine sceneggiatura del sempre più bravo, maturo e lucido Richard Linklater, il miracolo avviene e Last Flag Flying si rivela a tutti gli effetti un film straordinario, potente per ironia e satira sociale e di costume, perfetto nella costruzione di tre personagi sfaccettati molto differenti tra di loro, ma compatibili oltre ogni tipo di immaginazione, specie quando la drammaticità degli eventi riporta alla mente la tenacia e l'affiatamento dimostrati nel drammatico periodo bellico vissuto assieme. Un trascorso che li ha lasciati, ognuno a suo modo, mutilati o fisicamente o psicologicamente, ma non senza un cuore in grado di dimostrare di battere, col sentimento di saper e poter accorrere in aiuto e a supporto di una amicizia che solo erroneamnte si riteneva perduta per sempre.
Tre grandissimi attori in stato di grazia, come lo sono tutti e tre senza prevalere uno sull'altro Steve Carell, Bryan Cranston e Laurence Fishburne (costui è impossibile non rivederlo con la mente quasi ancora ragazzo mentre percorreva in battello le vie fluviali paludose vietnamite in Apocalypse Now), finiscono per far raggiungere al film vette che confermano la maturità di un grande cineasta come Linklater, qui e da qualche anno in un vero e proprio periodo di grazia ed ispirazione magici.
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