Regia di Jon Lucas, Scott Moore vedi scheda film
Commedia "vaginale" con due generazioni di donne a confronto e, di contorno, presenze maschili tratteggiate con profili psicologici da brivido... risate semplici, condite da una volgarità esibita con compiaciuto ruffianismo.
Il Natale si avvicina anche per Amy (Mila Kunis), Kiki (Kristen Bell) e Carla (Kathryn Hahn). Una ha figli, l'altra è felicemente sposata senza prole mentre la terza è un'eterna single. Le tre amiche "di mezza età" ricevono la visita delle rispettive mamme: Ruth (Christine Baranski), Isis (Susan Sarandon) e Sandy (Cheryl Hines) le quali -eccezion fatta per Isis- si intromettono nella privacy delle figlie causando una serie di spiacevoli malintesi.
Il 1968 è lontano e nel 2017 gli effetti del femminismo ormai sono andati ben oltre le aspettative. E un film volgarissimo e (per effetto contrario alle aspettative) antifemminista come questo puerile Bad moms 2 sta a ricordarci che vedere donne più o meno mature parlare di membri, palle o altri piacevoli interessi femminili, mentre il ruolo maschile è relegato alla sottomessa figura di demente "yes man" (Jay Hernandez e Peter Gallagher) quando non boy toy ballerino dallo scroto depilato (Justin Hurtley), non rende onore né tantomeno nobilita il ruolo (o la figura) del "sesso debole".
Quel che sorprende è che in cabina di regia stanno due uomini, riuscendo a "partorire" (è il caso di dirlo) una commedia ruffiana per quanto collocata in un mondo dove a predominare sono soltanto le persone oggetto. E non solo gli uomini, no. Non solo loro sono gli oggetti. Perché vedere donne oltre gli 'anta tutte lifting, vestiti e case extralusso oggi ci ricordano una barbie invecchiata (guardate bene Cheryl Hines) e, purtroppo, ricordano l'influsso cinematografico di una (falsissima) parte della (peggiore) mentalità americana, dove nessuno dei protagonisti vive in un mondo realistico (prova ne sono le ambientazioni lussuose o gli impossibili addobbi natalizi) e dove un finale mieloso e pro-familiare (con lacrimuccia libera) ripulisce lo schermo dei 90 minuti di terrificante vuoto. Vuoto di sentimenti umani, prima che il nulla generato da una storia inverosimile.
Insomma, siamo di fronte ad un insopportabile seguito di un film di successo, che ha fatto ridere molto il pubblico femminile (un bel po' meno quello maschile) e che vorrebbe farci credere che Mila Kunis sia un'ipotetica attrice degna successore di ruoli ricoperti dalla (qui sprecatissima) Susan Sarandon... E allora così sia: deriva morale in primo piano, in fondo ci meritiamo quel che ci sta succedendo su tutti i fronti.
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