Regia di Andrea Magnani vedi scheda film
Interessante e originale opera prima di Andrea Magnani
Isidoro, chiamato col diminutivo Easy, ha 35 anni è obeso e soffre di una brutta depressione,vive ancora con la madre e trascorre il tempo a giocare alla playstation,in stato quasi catatonico,ingurgitando psicofarmaci. La sua carriera di pilota automobilistico,si è bruscamente interrotta, quando la sua mole divenuta troppo ingombrante, gli ha impedito di entrare nell'abitacolo del go-kart. Un giorno, il fratello più piccolo,equivoco imprenditore in carriera, gli propone o per meglio dire, gli impone un lavoro teoricamente facile,cioè riportare a casa, la salma dello sfortunato operaio Taras,morto per un incidente sul lavoro nel suo cantiere,trasportando la sua bara fino in Ucraina,presso un piccolo villaggio dei Carpazi, al fine di dargli un'opportuna e degna sepoltura.Il viaggio è costellato da una serie incredibile di sciagurati eventi e tanti paradossali inconvenienti:il navigatore fa le bizze,lui perde la strada e mentre cerca di contattare il fratello gli rubano il carro funebre,lasciandogli però la bara,smarrisce il cellulare,resta senza documenti e soldi,poi addirittura inseguito dalla polizia per una multa di 1200 euro che non può pagare.Si ritrova costretto a familiarizzare con curiosi personaggi del luogo,con il suo "fare" goffo e impacciato,attraverso una comunicazione, inibita da una lingua che non conosce e dai problemi di relazione intrinesechi alla sua indole.
Andrea Magnani sceglie per la sua opera prima,una struttura da "road-movie", già ampiamente utilizzata nel cinema,per un film di formazione,che però ha dalla sua tante suggestive varianti, che gli impediscono di scivolare nel "déjà-vu".Innanzitutto lo sfondo,costituito da un paesaggio arido, dominato dalla pianura desolata e piatta, che conduce Easy nello sperduto e microscopico villaggio dell'Ucraina, poi la sceneggiatura,quasi priva di parole,in cui sono i silenzi a parlare e i pochi dialoghi,ridotti all'osso,servono a mettere in evidenza l'incapacità di Easy a comunicare, poi la bizzarra galleria di personaggi che incontra lungo il suo percorso. La regia, riesce abilmente, pur trattando una vicenda dal tono surreale e anche in alcuni passaggi coriacei, di stasi apparente, a tenere comunque desta l’attenzione dello spettatore,grazie a delle trovate "sorprendenti".
Il cammino compiuto dal protagonista,si può leggere come la rappresentazione simbolica della necessità di metabolizzare un passato che dev’essere elaborato e superato.
Insignito del premio per il "Miglior Attore" a Nicola Nocella,che è semplicemente strepitoso,è un film originale e interessante.
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