Regia di Bruno Mattei vedi scheda film
Cinema bis di estrema povertà: con mostriciattoli di cartapesta visibilmente farlocchi eppure più convincenti degli anonimi attori. Sceneggiatura da neurodeliri e regia da "last level" per un'altra boiata di Bruno Mattei...
Futuro imminente, anno 2020. La Tubular corporation è società incaricata di risanare le acque inquinate della laguna veneziana. Alcuni scienziati, inviati nella città desolata per la bonifica, non danno più segnali di vita. Tramite un apposito tunnel una squadra di soccorso (marines della Mega Force, testuale!) si inoltra verso Venezia, ma creature mostruose, frutto di aberranti esperimenti genetici darà alla squadra filo da torcere. Intanto si scopre che la Tubolar è la prima responsabile dell'inquinamento: così facendo può entrare in possesso dei beni veneziani a prezzi stracciati e, una volta risanata la città, rivendere a maggior costi. Sarà una macchina del tempo (!!!) a risolvere in meglio la situazione.
Con una trama così delirante si capisce fin da subito che qui, di fantascienza, sta solo la risposta ad una domanda: come ha fatto Bruno Mattei a fare cinema sino ad oltre gli Anni 2.000? Perché va bene copiare (il modello -anche se in chiusura è presente un "replicante"- più rapinato è Alien, con addirittura fotocopia della colonna sonora) ma qui si perde in partenza dato che i mezzi a disposizione sono: attori da recita scolastica, dialoghi ispirati dal cinema americano più caciarone (ovvero da cani), due caschetti da motociclista, tute da meccanico, fucili giocattolo e sala comando con computer da sci-fi Anni '40 al cui confronto Vic 20 e Spectrum sono il non plus ultra. Produce Franco Gaudenzi per la mitica Flora film, che altrove ha dato prova di mettere in atto pellicole povere, ma molto divertenti. Sceneggiatura pressochè inaccettabile, opera di Claudio Fragasso, autore e regista altalenante in grado a volte di dirigere cose più fruibili (La casa 5, Teste rasate e certo cinema poliziesco stile Palermo Milano - solo andata) e talaltre sciocchezze inenarrabili. Tra le cose peggiori, come sceneggiatore, oltre al presente Terminator 2, rasenta il limite con Zombi 3 e Pronto ad uccidere; mentre, come regista, inguardabile è il debutto Monster dog e, a seguire, è un eufemismo definire brutti After death e Troll 2. Di Bruno Mattei é invece meglio tacere. Proseguire nell'analisi della sua corposa filmografia sarebbe come sparare sulla croce rossa. Terminator 2 é stato presentato in anteprima al Festival di Cannes (1989). Nella distribuzione italiana è stato proposto come seguito del celebre film di James Cameron, con il quale -ovviamente- non ha proprio nulla da spartire (stessa cosa per il film diretto da Fragasso Non aprite quella porta 3). Caso unico, nella storia del cinema, quando uscirà il vero seguito di Terminator il titolo (come se il film di Mattei non esistesse) sarà proprio Terminator 2 - Il giorno del giudizio.
Incredibile ma vero
Il poderoso Terminator si trova in crisi di fronte ad una ragazza soldato e ad una bambina, a causa della schiuma di... un estintore!
Un valoroso marine si inoltra nei cunicoli sotterranei in direzione del "livello 7". Domanda un collega: "Che gusto c'è a suicidarsi?". Per ottenere una illuminante risposta: "È il suo mestiere!"
Da noi venne distribuito, dopo un passaggio nelle sale cinematografiche (!) in home video per la Avo Film. Edizione ad oggi unica disponibile per un prodotto che merita senz'altro l'oblio (non si ha conoscenza di passaggi televisivi). Ad ogni modo la durata (proposta nel formato 4:3) Avo Film è pari a 1h21m55s. Rispetto alla versione per il mercato estero (Shocking dark) in questa -unica italiana- manca il prologo (cosa tipica della Avo Film) e sono stati effettuati tagli per oltre otto minuti.
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