Regia di Felix Herngren, Måns Herngren vedi scheda film
L'arzillo 101enne Allan vive pacificamente a Bali, quando la sua bevanda preferita finisce. Allan ne ha dimenticato la formula segreta fra le sue cose all'ospizio dove precedentemente viveva e parte perciò alla ricerca di quella formula. Ma non è l'unico.
Rispetto al primo capitolo della saga di Allan Karlsson, Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, sono cambiate parecchie cose. Innanzitutto – e già il titolo lo evidenzia – ne L’uomo di 101 anni che non pagò il conto e scomparve c’è una prepotente sterzata verso la comicità, pur cercando sempre di confezionare un lavoro lineare, semplice e destinato a un vasto pubblico (azione sì, violenza no; sentimenti sì, ma solo positivi… e via così). Sono trascorsi nel frattempo tre anni e Felix Herngren, regista della prima pellicola, si fa aiutare per il sequel dal fratello maggiore Mans, con cui aveva in passato già lavorato, ma mai condividendo la macchina da presa; il risultato è appunto un lavoro per famiglie, privo di implicazioni volgari o problematiche, che dimentica buona parte della poetica leggerezza del Centenario e aggiunge un capitolo ‘apocrifo’ alla bizzarra e ironica autobiografia che il primo film rappresentava. Quest’ultimo proveniva infatti dal libro omonimo di Jonas Jonasson, che nel secondo lavoro compare invece solo in qualità di sceneggiatore (insieme ai fratelli Herngren); nel cast ritorna il bravo Robert Gustafsson come protagonista, ma i suoi comprimari sono tutti cambiati. Colpisce più di chiunque altro, naturalmente, la scimmietta ammaestrata Crystal the monkey, vera star del set (era già comparsa ne Il dottor Doolittle, Una notte da leoni, Una notte al museo e tanti altri titoli degni di nota). Peccato, insomma, non aver lasciato riposare in pace Allan Karlsson: se lo meritava davvero. 3/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta