Regia di Anna Di Francisca vedi scheda film
Prima di tutto bisogna puntualizzare una cosa. Questo film è stato prodotto grazie ai sovvenzionamenti dello Stato in quanto ritenuto film di interesse culturale nazionale. Ora, io mi domando, ma siamo pazzi?
Questo film non è altro che un elenco delle più squallide e tristi realtà italiane. I personaggi non vanno oltre una semplice e stupida caratterizzazione. Ma la cosa più meschina è l' immagine delle donne. Di una bassezza unica.
Se le donne per prendere coscienza di se stesse o, un gradino più in basso, per migliorare la propria autostima hanno bisogno di andare agli spogliarelli, nei sexy shop o a chiacchierare nelle tristi serate con le amiche allora siamo veramente apposto.
Le vediamo agitarsi nei confronti di ragazzi più giovani di loro, fare strilletti per un vibratore in mano, vestirsi da arlecchino. Le vediamo derise e saltellanti come neanche fossero delle scimmie.
Il film si dipana attraverso una serie di situazioni di raro innervosimento. Perchè mostrare una società così squallida ma con occhio compiacente? Come a dire che l' Italia fa schifo ma chissene frega, la vita va avanti.
Il film me lo hanno fatto vedere oggi all' università, all' interno di un seminario sul cinema italiano. Quello che non ci hanno detto è il perchè.
Un film talmente brutto era un pò di tempo che non me lo guardavo. Vi giuro stavo diventando insofferente.
Le trovate sono al livello di idiozia, la regia rasenta lo squallore, i personaggi sono a dir poco irritanti.
Ma la domanda che mi prude è la seguente.
Chi sceglie il valore culturale di un film?
Perchè qui, veramnte, stiamo proprio sul fondo della padella. Che se gratti un altro pò ti si buca. Ma signori e signore, questo è il cinema italiano di valore culturale nazionale.
Evviva l' Italia.
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