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Insidious 4 - L'ultima chiave

Regia di Adam Robitel vedi scheda film

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La recensione su Insidious 4 - L'ultima chiave

di Furetto60
5 stelle

Quarto capitolo di una saga horror molto fortunata, non memorabile, ma tutto sommato passabile.

Elise, affiancata dai fedeli assistenti Specs Tucker, riceve una chiamata di aiuto da Five Keys, la località del New Mexico, in cui lei stessa è nata e ha vissuto fino all'età di sedici anni, quando è  fuggita, abbandonando il fratello alle grinfie dell’odiato padre, al telefono c’è un individuo, che adesso abita nella sua casa d'infanzia, che  si sente perseguitato dalla stessa entità soprannaturale, che aveva tormentato la protagonista quando era piccola, questo la spingerà a tornare lì, dove dovrà affrontare i suoi demoni, quelli interiori e quelli oggettivi.

Elise va  a ritroso nella cronologia,alle prese con il suo tormentato passato, e con le azioni compiute in giovane età,antefatto che ha dato la stura agli eventi che vedono la medium protagonista nella serie, dove tutto ha avuto origine, l’inquietante casa dove Elise è cresciuta, situata nel complesso di una prigione, dove il padre lavorava come guardia penitenziaria.

Senza dubbio la parte più intrigante del film, in cui Elise, sta prendendo dimestichezza con la facoltà di vedere nell’al di là,cosa che irrita il padre, uomo duro e intransigente, tutto d’un pezzo e addirittura violento e poco comprensivo, che si vanta di riuscire a punire con solerzia ed efficacia i detenuti, che non tollera il presunto potere della figlia di avere accesso all’altrove, la percuote e la punisce sovente, chiudendola nel ripostiglio, incurante delle proteste della moglie. Una notte, Elise e il fratellino incontrano un'entità spettrale. Le loro grida, di paura, richiamano il papà, furibondo e la piccola viene come di solito rinchiusa da sola, al buio in cantina, dove succede qualcosa di drammatico.

Questo film  che è il quarto capitolo di una fortunata saga horror, inaugurata qualche anno fa con ottimo riscontro di pubblico, non riesce a decollare del tutto, a causa di una sceneggiatura sciatta e piatta, di dialoghi scialbi e tempi lunghi e dilatati e con un montaggio troppo convulso, malgrado jumpscare sparsi ad arte nel narrato e  malgrado le buone premesse iniziali ben strutturate, che ci addentrano nelle pieghe della vita del personaggio più interessante e fondamentale, la sensitiva Elise Rainier

Eppure nonostante questi difetti, si riesce comunque ad assistere ad una storia intrigante, in bilico tra vero e falso, tra reale e metafisico, in cui per la prima volta la veggente non è la persona che vede  più degli altri, ma quella che al contrario, viene più facilmente ingannata, una vicenda in cui il male è qui da noi tanto e più di quanto è, nell’al di là.

Insomma niente di memorabile, ma tutto sommato passabile.

 

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