Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Siamo nel 1971 e il Washington Post è un piccolo giornale il cui editore è una donna (Streep) che ne ha preso il comando succedendo al padre e al marito, mentre a guidarlo c'è un direttore caparbio (Hanks), nient'affatto disposto a tirarsi indietro quando di sono da pubblicare alcuni documenti top secret trafugati dal Pentagono che riguardano quasi mezzo secolo di presidenze americane, tra i quali molti inerenti alla guerra in Vietnam. Insieme al New York Times e contro il parere dei vertici azionistici del giornale (tutti rigorosamente maschi…), il direttore e la sua editrice decidono di affrontare a testa alta le minacce che arrivano dall'amministrazione Nixon, determinata a limitare il Primo Emendamento.
Finisce dove cominciava Tutti gli uomini del presidente, il film di Alan J. Pakula sullo scandalo Watergate, questo The Post, opera fuori tempo massimo, ideologica ma senza passione, tutta mirata a sbandierare la sacralità dei principi della costituzione americana e la fierezza della lealtà in formato a stelle e strisce. Ma tolte le riprese delle rotative in azione e quelle della composizione degli articoli a piombo, lettera dopo lettera, tutto scorre con ritmo sonnolento e svogliato, verbosissimo, con due giganti della recitazione come Tom Hanks e Maryl Streep che sembrano andati sul set in vacanza premio solo per incassare la diaria.
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