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The Post

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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La recensione su The Post

di gaiart
5 stelle

Troppo lungo, troppo lento, troppo scontato. Pur riconoscendo dei pregi nell'idea, nel portare alla luce qualcosa di attuale come la libertà di stampa, già 40 anni fa ed oggi in casi simili attualissima, ad esempio il nuovo Snowden, ancora perseguitato, ma molto più attraente e accattivante (Stone docet) the Post risulta banalotto e sonnecchioso.

       Troppo lungo, troppo lento, troppo scontato. Pur riconoscendo dei pregi nell'idea, nel portare alla luce qualcosa di attuale come la libertà di stampa, già 40 anni fa ed oggi in casi simili attualissima ad esempio il nuovo Snowden, ancora perseguitato e molto più attraente e accattivante (Oliver Stone docet), the Post risulta invece  banalotto e sonnecchioso.

 

     Nonostante i nomi di attori  e regista altisonanti (Spielberg) non si viene veramente coinvolti ne dalla originalità di regia, ne dallo script ne dalla performance di Hanks e Streep.

        Meryl Streep nel ruolo di Katherine Graham, prima editrice del Washington Post, viene descritta come una ricca incapace; innanzitutto da suo padre che anzichè affidarle il giornale lo da in gestione al marito, il quale ahimè, nel 1963, muore sucida, forse di noia a stare con la Streep; poi anche sua figlia non sembra stimarla molto e la tratta dall'alto in basso; infine dai colleghi, come Ben Bradlee,  (Tom Hanks),  direttore della testata, che prova a ridare vita a un quotidiano oramai in declino, ma anche alla sepolta casalinga.

        Insieme, formano un'improbabile squadra chiamata a sostenere  la pubblicazione dei documenti e a combattere contro il tentativo senza precedenti dell'amministrazione Nixon di limitare il Primo Emendamento.

        Il personaggio, quasi una insicura casalinga incompetente, ha solo alla fine una sorta di "awakening" risveglio intellettuale o piccolo piglio di coraggio, decidendo di andare in stampa sul caso Vietnam, rischiando pure la galera.

 

         E anche questo sembra un balzo assurdo da come invece appare fragile, insicura  per tutto il resto del film. Molto più dedita a ricevimenti, party e diplomazia di modi, volta a conservare amicizie importanti, che in possesso di un vero nerbo intellettuale o giornalistico.

 

      

        Ci si sarebbe aspettati di più da una tale storia sconvolgente, da un cast stellare e un tale rinomato e potente regista. Pazienza. Non tutte le ciambelle riescono col buco.

 

 

 

 

 

 

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