Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
USCITO AL CINEMA IL 1° FEBBRAIO 2018
VISTO AL CINEMA
In un minuto fornire un contributo determinante alla storia della libertà di stampa. Pronunciare una parola e non un’altra per salvare il ruolo di ‘cane da guardia’ contro i potenti che il giornalismo in senso lato e senza vincoli dovrebbe esercitare. È ciò che si trovò a fare Katharine Graham, poco dopo essere divenuta nel 1971 la proprietaria e presidente del quotidiano statunitense The Washington Post, in seguito alla morte per suicidio del proprio marito, che dal suocero aveva ereditato la guida del prestigioso giornale. A quei tempi il Post doveva ancora spiccare il definitivo salto in alto che da foglio cittadino - seppur della capitale dell’Unione - lo avrebbe trasformato in un organo d’informazione di caratura mondiale.
L’occasione per l’epocale cambio di passo la offrì la ferocia della storia, che con la guerra del Vietnam ha rappresentato uno dei peggiori tumori che abbiano colpito gli Usa. Katharine (nella parte la solita impareggiabile Meryl Streep, di nuovo protagonista principale dai tempi di The Iron Lady, 2011), non più ragazzina, donna di classe, intelligenza e sensibilità ma anche insicura e intimidita a causa del regnante sciovinismo maschile, subì l’ostracismo di molti dirigenti dell’azienda editoriale i quali non concepivano che le sorti del giornale fossero affidate a un presidente con gonna e lacca nei capelli. Il dilemma fu tra i più logoranti per un editore: pubblicare o meno le carte segrete della Difesa americana che denunciavano la precarietà delle forze militari sul fronte del sud-est asiatico e la tangibile assenza di progressi nell’ottenimento della vittoria del conflitto vietnamita. Una decisione che metteva in pericolo il futuro del suo giornale e quello dell’Informazione.
The Post è un bellissimo film nato dalla mano del grandissimo Steven Spielberg il quale, con un’opera curata in ogni elemento, si mette senza remore sulla via già battuta nel 1976 da Alan J. Pakula con l’impareggiabile Tutti gli uomini del presidente o, per fare solo un altro esempio e più recente, su quella di Thomas McCarthy con Il caso Spotlight (2015). La via è quella del giornalismo d’inchiesta, probabilmente il giornalismo con la G maiuscola, quello che chiama in causa uomini disposti a mettere in gioco la propria zona di sicurezza pur di sorprendere i lettori con la forza d’impatto della verità.
Anche in questo caso, protagonisti sono un gruppo di reporter sorretti innanzitutto dalla passione. E, in secondo luogo, guidati dalla mano ferma e autorevole del migliore fra di loro, il direttore. Nei panni del mitico Benjamin ‘Ben’ Bradlee - la belva da redazione che qualche anno più tardi, 1974, avrebbe appoggiato la leggendaria inchiesta dei suoi due reporter Woodward e Bernstein sui brogli elettorali a favore dell’allora presidente Nixon, vale a dire lo scandalo Watergate –alla corte del maestro Spielberg torna Tom Hanks, che per lui non recitava da Il ponte delle spie del 2015. Come nel caso della Streep, anche con l’indimenticabile ‘Forrest Gump’ la garanzia di successo per il personaggio era garantita. Il Bradlee di Hanks, coi piedi allungati sulla scrivania quasi in segno di sprezzo, anche metaforico, delle convenzioni, è l’archetipo di giornalista senza timore reverenziale e portatore di un bagaglio di professionalità. Un uomo che di fronte alla Notizia fa passare in secondo piano tutto il resto.
Nota di merito, fra i personaggi di contorno con un ruolo di rilievo, in particolare per Bob Odenkirk (protagonista di Io sono Nessuno, 2021) con il suo reporter-segugio senza remore e per Bruce Greenwood (Uno strano desiderio, 2019) che personifica l’ex segretario della Difesa, Robert McNamara. Si fa notare con carattere anche Jesse Plemons (Il potere del cane, 2021) nei panni del giovane avvocato dell’azienda editoriale, che deve mettere in guardia la proprietà sui rischi di una pubblicazione così scomoda.
Pur non arrivando ad eguagliare il citato illustre precedente di All the President's Men, questo terz’ultimo lungometraggio di Spielberg è un grande film, da seguire con attenzione e curiosità e da rivedere più volte. Voto 8,9.
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